Yahoo taglia 1.700 posti di lavoro, il 15% dell’intera forza lavorativa. A farne le spese anche l’Italia: chiude l’ufficio di Milano, aperto negli anni del boom della new economy insieme ad altri quattro in giro per il mondo (Dubai, Città del Messico, Buenos Aires e Madrid). Vengono chiusi anche due servizi storici: Yahoo Game e Smart TV.
Per quattro anni Marissa Mayer ha tentato di tutto: ha comprato giovani e promettenti startup, ha rifocalizzato lo sviluppo dei prodotti sul mobile, ha cercato di tenere alto il morale. Ma nonostante tutto questo i fatturati di Yahoo! Continuano ad essere deboli, troppo deboli.
Quattro anni fa quando Marissa Mayer, proveniente da Google, ha preso le redini della società il fatturato trimestrale di Yahoo era di 1,4 miliardi di dollari, oggi si attesta su 1,27 miliardi.
Il profitto nominale è stato di 63 milioni di dollari, ma questa cifra non tiene conto della svalutazione del Brand che, se considerata, porterebbe ad una perdita di 4,5 miliardi di dollari.
Attualmente è in corso una separazione interna, uno spin-off: Yahoo che ha una quota improntate in Alibaba vuole separare il business web da questa partecipazione finanziaria creando due aziende distinte.
Il dato preoccupante è la sfiducia del mercato nei confronti della società tanto che le azioni di Yahoo valgono meno della quota di Yahoo in Alibaba e del denaro contante che Yahoo ha nelle banche.
Non sono bastati gli accordi con Google sulla ricerca web e i successi di Yahoo Wheather, l’app ridisegnata ha avuto un grande diffusione.
Per il futuro Yahoo si concerterà su tre prodotti consumer: Ricerca, Email e Tunblr e su quattro verticali: News, Sport, Finanza e Lifestyle. Dal punto di vista geografico si focalizzerà sui mercati in crescita: Usa, Canada, UK, Germania, Hong Kong e Taiwan… no, l’Italia non è tra questi.
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