Il 1° luglio l’Estonia, uno dei paesi più piccoli d’Europa, ha avviato la presidenza dell’UE, incarico che ricoprirà per i prossimi sei mesi.
L’ Estonia alla presidenza UE è pronta a dare un impatto ben più grande della sua dimensione nelle questioni di politica del lavoro ed economia, per merito della sua alta competenza in materia di legislazione digitale.
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La presidenza dell’Estonia, una speranza per le startup
Le politiche avanzate in materia di immigrazione dell’Estonia potrebbero avere un impatto profondo non solo sull’UE nel suo insieme, ma anche sulle politiche del lavoro degli Stati membri. Attualmente, l‘Estonia vanta uno dei programmi più liberali e progressisti al mondo per attirare startup e talenti altamente qualificati. Già nota per il suo programma di e-residenza, un progetto pionieristico che consente ai cittadini mondiali di avviare e gestire un’attività all’interno dell’UE, l’Estonia sta puntando ad attirare talenti e imprenditori altamente qualificati da tutto il mondo.
La Francia di Macron e la tecnologia
L’Europa sta risvegliando una nuova visione del proprio ruolo a livello mondiale. Il nuovo presidente francese, Macron, ha recentemente invitato gli scienziati, gli imprenditori e gli ingegneri a pensare alla Francia come ad un posto in cui prosperare. La Francia ha inoltre recentemente aperto il più grande campus di startup del mondo, BIG.
La Germania e il suo Make it in Germany
La Germania grazie al sito web “Make it in Germany” e alcuni programmi gratuiti per studenti internazionali, ha avviato una missione per attirare talenti stranieri altamente qualificati. Molti altri paesi dell’UE continuano a lottare con le politiche di immigrazione altamente qualificate, anche se si rendono conto che esista un’urgente necessità di aderire all’apertura delle porte a nuovi talenti.
L’esempio dell’Estonia
Tuttavia, sono molti i paesi che o non sanno cosa fare o non sanno innescare la volontà politica di farlo. L’ONU stessa ritiene che il modello di economia digitale dell’Estonia costituisca un generatore di crescita per i paesi meno sviluppati e un potenziatore per gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDG).
Ma cosa succederebbe se l’Estonia mostrasse da un palcoscenico mondiale un modo diverso di affrontare la questione? Una cosiddetta terza via potrebbe mantenere una sovranità intatta, seppur sconfiggendo i demoni della xenofobia e riducendo la paura di uno spostamento del lavoro per i cittadini.
L’Estonia potrebbe fornire i dati e le politiche legislative come esempio di ciò che le politiche liberali del lavoro e dell’immigrazione abbiano fornito al suo governo nazionale: una fiorente scena di startup, molti talenti stranieri altamente qualificati disposti ad innovare in Estonia ad un costo molto inferiore a quello dei loro paesi d’origine, fondendo il meglio di molte culture.
E l’Italia? Al momento non si distingue particolarmente nelle tematiche di promozione digitale, staremo a vedere…