Il Trevor Project userà l’AI di Google per combattere il suicidio giovanile LGBTQ

La no profit di Google e il Trevor Project di New York stanno unendo le forze per utilizzare l’intelligenza artificiale per aiutare i giovani LGBTQ in crisi.

Il gigante della tecnologia ha infatti recentamente premiato il Trevor Project con una sovvenzione tramite Google AI Impact del valore di $1,5 milioni, che consentirà a questo progetto di incorporare gli strumenti di intelligence artificiale di Google nei suoi servizi di prevenzione del suicidio.

“Il Trevor Project salva vite umane sostenendo i giovani LGBTQ a rischio tramite telefono, messaggi e chat”, si legge sul sito web di Google Impact. “Utilizzando l’analisi del linguaggio naturale e l’analisi del sentiment, i consulenti saranno in grado di determinare il livello di rischio di suicidio dei giovani LGBTQ e di migliorare i servizi su misura per le persone in cerca di aiuto”.

Il Trevor Project ha vinto il Google Impact Challenge

Il Trevor Project era uno dei 20 gruppi selezionati fra oltre 2.600 candidati per il Google Impact Challenge di Google, che invitava a presentare proposte per utilizzare l’intelligenza artificiale per “affrontare problemi sociali”. La proposta del Trevor Project era di creare un sistema che potesse aiutare meglio e più rapidamente i 1,5 milioni di giovani LGBTQ che ogni anno sviluppano pensieri o tendenze suicidi.

“I nostri consulenti di crisi lavorano instancabilmente ogni giorno per supportare questi giovani LGBTQ”, ha affermato il CEO del Trevor Project, Amit Paley, “questo sostegno di Google consentirà ai nostri consulenti di sfruttare l’intelligenza artificiale e la tecnologia all’avanguardia per identificare i giovani ad alto rischio più velocemente e aiutarli con una qualità di assistenza ancora più elevata”.

Il progetto Trevor avrà accesso alla tecnologia AI di Google, oltre ai $1,5 milioni per l’esecuzione del programma AI, secondo Sam Dorison, il capo dello staff della no profit. In concreto, il Trevor Project prevede di “incorporare il machine learning e l’elaborazione del linguaggio naturale nei suoi servizi di crisi”, con la speranza che l’AI aiuti l’organizzazione a valutare più rapidamente il rischio di suicidio dei giovani in crisi.

Per proteggere la privacy dei giovani a rischio, nessun dato sensibile dei partecipanti finirà a Google, secondo quanto affermato da Dorison.

Le prossime fasi di sviluppo

Settimana prossima, i dirigenti del Trevor Project si recheranno presso la sede centrale di Google per sviluppare un piano e impostare le scadenze per il completamento del progetto. Gli esperti di Google collaboreranno con ciascun team tramite il Launchpad Accelerator per guidarli mentre incorporano l’intelligenza artificiale nei loro servizi.

Dorison ha affermato che un obiettivo è identificare più rapidamente di quale tipo di assistenza abbia bisogno un giovane in crisi.

“Quello che succede ora è che parliamo con loro per un po’, facciamo una valutazione del rischio, e da lì il consulente entra in ballo – ha spiegato Dorison – ma molte cose che impariamo in modo strutturato mentre procediamo, vorremmo impararle prima in una conversazione. Nei prossimi mesi, la tecnologia AI diventerà una pietra miliare nel lavoro di prevenzione del suicidio del progetto Trevor mentre continueremo a occuparci della salute mentale tra i giovani LGBTQ”.

Jacquelline Fuller, presidente di Google.org, ha affermato che il braccio no profit dell’azienda di Mountain View sta lavorando per far sì che l’intelligenza artificiale “raggiunga anche un grande impatto sociale”.

“In Google, abbiamo visto come l’intelligenza artificiale può aiutarci a portare a termine compiti e viaggi quotidiani e crediamo nel suo potenziale per contribuire ad affrontare alcune delle più grandi sfide umanitarie del mondo”.

 


Il Trevor Project userà l’AI di Google per combattere il suicidio giovanile LGBTQ - Ultima modifica: 2019-05-10T19:35:03+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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