Google, Facebook e Twitter insieme per combattere il terrorismo online

Da anni i gruppi di terrorismo di matrice islamica, come ISIS, si avvalgono di Internet e dei social media per il reclutamento di nuovi “combattenti” e per diffondere la loro propaganda. Fortunatamente, i giganti della tecnologia stanno sperimentando nuove soluzioni per contrastare questo fenomeno dilagante e combatterlo in modo incisivo.

Secondo delle indiscrezioni riportare dal Wall Street Journal, Alphabet, la parent company di Google, ha iniziato una partnership con Facebook e Twitter per portare avanti esperimenti, attraverso i quali i video di propaganda terroristica verranno bloccati appena pubblicati, ma non solo. Verranno diffusi, inoltre, video ads anti-terrorismo indirizzati ai teenager e giovani adulti di religione musulmana. Si cercherà di trasmettere messaggi anti-estremisti, così da capire quali possano rivelarsi i più efficaci nella prevenzione all’estremismo, scongiurando quelle forme che sfociano nelle manifestazioni più crudeli.

Ma come funziona l’eliminazione dei video? Come si possono intercettare contenuti terroristici e come possono essere eliminati in tempi rapidi?

La tecnologia di cui parliamo, si avvale di un meccanismo capace di confrontare le immagini appena pubblicate con quelle precedentemente inserite in un database in continuo aggiornamento. La ricorrenza di alcuni fotogrammi, le ambientazioni e in particolare il ripetersi di simboli, così cari a chi diffonde messaggi pro-ISIS, porta ad un alert di una minaccia. In questo modo il contenuto viene immediatamente bandito e rimosso dalle piattaforme social.

Questa tecnologia è l’evoluzione di un tipo di sistema nato per la tutela del copyright e del diritto d’autore, che, però, necessitava dell’intervento umano per la rimozione manuale dei file caricati. Il Machine Learning trova qui la più nobile delle sue applicazioni: prevenire nuovi atti di violenza da parte di fanatici indottrinati via web.

Il progetto era già stato avviato nel 2013. “Abbiamo fatto squadra con organizzazioni quali People Against Violent Extremism (PAVE), Institute for Strategic Dialogue (Istituto per il dialogo strategico) così da dar voce a progetti non governativi affidabili, voci contro l’estremismo violento” dichiara Nu Wexler di Twitter. “Abbiamo inoltre preso parte a summit governativi in tema CVE”.
Il CVE, Common Vulnerabilities and Exposures, (in italiano Vulnerabilità ed esposizioni comuni), è un dizionario di vulnerabilità e falle di sicurezza note pubblicamente. È mantenuto dalla MITRE Corporation ed è finanziato dalla National Cybersecurity FFRDC del Dipartimento della Sicurezza interna degli Stati Uniti. Ha come scopo quello di favorire una maggiore comunicazione nel mondo della sicurezza e si pone come mezzo per aiutare nella valutazione della diffusione di servizi e strumenti per la sicurezza informatica.

La notizia è stata diffusa a seguito di uno studio ad alto profilo riguardante le abitudini tecnologiche dei terroristi. Lo studio, sponsorizzato da Flashpoint – un’azienda di cyber security -, ha scoperto che sia Facebook che Twitter si sono già impegnati a chiudere molti account inneggianti al terrorismo, in particolare a seguito degli attacchi parigini dello scorso 13 novembre.
Gli analisti di Flashpoint hanno condiviso informazioni riguardanti i profili di molti account collegati al terrorismo islamico che operano indisturbati su applicazioni per mobile criptate come ad esempio Telegram. La comunità tecnologica ha il dovere di fare di più, in particolare quando i servizi offerti vengono utilizzati per la diffusione sistematica e intensiva di non-ideali e messaggi terroristici.
Bloccare tale divulgazione diventa una strategia imprescindibile dalla lotta all’emulazione e al proselitismo sempre più cieco e dilagante. Una strategia silenziosa, che non prevede spargimento di sangue o coinvolgimento di armi, portata avanti nell’ombra per non permettere che venga manipolata e intralciata. Una risposta efficace all’appello del Presidente Obama, che si è rivolto ai giganti della tecnologia chiedendo loro un impegno risolutivo per arginare i materiali terroristici presenti sul web.


Google, Facebook e Twitter insieme per combattere il terrorismo online - Ultima modifica: 2016-08-02T15:25:43+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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