Uno strumento per la creazione di contenuti che arriva dall’universo del creatore di Telegram: si chiama Telegraph, ed è una particolare piattaforma di blogging, semplice ed anonima.
Grazie alla diffusione di internet e dei social network, siamo abituati a fruire sempre più di contenuti online: leggere un articolo che spiega le caratteristiche di un determinato prodotto o servizio è ormai la normalità, così come avere la possibilità di esprimere la propria opinione attraverso un aggiornamento di stato sui social network.
Rientra in quest’ordine di idee la proposta di Pavel Durov, già noto al mondo intero per essere il padre dell’applicazione di messaggistica istantanea che ha come obiettivo quello di scalzare il più amato WhatsApp: Telegram.
Come per l’app di origini russe, anche intorno a Telegraph aleggia un velo di mistero: la prima impressione che si ha utilizzando entrambi i servizi è un senso di sicurezza e di protezione, almeno dal punto di vista della privacy.
Telegram, infatti, viene considerato dalla websfera molto più sicuro rispetto a WhatsApp, ma forse per lo stesso motivo viene additato come uno strumento di comunicazione destinato all’uso di soli nerd o appassionati di informatica.
Indice dei contenuti
Lanciata a fine Novembre 2016, si tratta di una piattaforma dedicata alla realizzazione di contenuti online, che praticamente si traduce nella veste fisica di un sito web raggiungibile da computer o smartphone, oppure un bot di Telegram utilizzabile dall’interno dell’applicazione stessa di IM.
Telegraph si presenta come un editor testuale, che permette a chiunque abbia qualcosa da dire di stendere articoli, in uno spazio web minimal e semplice da utilizzare.
La peculiarità di questo servizio è tutta nell’essenza anonima, dal momento che, a differenza di tutte le altre piattaforme dedicate alla gestione dei contenuti, per utilizzare Telegraph non è necessario procedere ad una registrazione, né fornire le credenziali di alcun tipo di account.
In realtà, non serve nemmeno autenticarsi con il nickname o il numero di telefono usato per la registrazione di Telegram: tutto si svolge nella maniera più anonima possibile, con un livello di privacy probabilmente mai offerto da nessun servizio similare.
Telegraph, dunque, permette di pubblicare online articoli scritti ed editati secondo le proprie esigenze, ma anche di ottenere un indirizzo web da utilizzare per la condivisione dello stesso, sia sui social network che in tutta la rete web.
Scrivere un contenuto su Telegraph è davvero molto facile ed intuitivo, più semplice a farsi che a dirsi: se si opera da un computer, non bisognerà che collegarsi all’indirizzo telegra.ph, per trovarsi di fronte alla pagina di gestione del contenuto che si vuole realizzare.
La prima cosa che salta all’occhio è di sicuro la sobrietà della pagina web che ci si para davanti: uno spazio bianco pressoché vuoto, ma dotato di tutti i campi necessari allo scopo.
In questa fase che segue il collegamento alla pagina, quattro sono gli elementi chiave principali:
Lo spazio riservato al nome dell’autore può essere compilato in maniera facoltativa, dal momento che non si tratta di un dettaglio necessario alla pubblicazione.
Infatti, Telegraph offre la possibilità di realizzare articoli web senza doversi per forza autenticare in qualche modo, potendo scegliere un nickname per la pubblicazione online del post: l’identità del creatore è quindi al sicuro.
Dopo aver inserito il titolo stabilito, è tempo di passare alla stesura del post: all’autore viene data la possibilità di redigere un testo approfondito, potendo contare anche su una buona formattazione testuale.
Basterà selezionare la parola o il periodo interessato per poter procedere alla formattazione: comparirà ora una casella contenente le icone per “B”, “i”, “T”, “t”.
La prima permette all’utente di usufruire del Bold, ovvero del grassetto, per mettere in evidenza passaggi-chiave dell’intero testo, oppure la seconda di sfruttare l’Italic, meglio conosciuto come corsivo.
Le due “T”, invece, permettono di realizzare un titolo oppure un sottotitolo, elementi fondamentali nella creazione di paragrafi distinti all’interno del contenuto testuale.
Sono inoltre presenti altre due icone che serviranno rispettivamente ad inserire un link ipertestuale ed una citazione.
Nei contenuti realizzati con Telegraph, inoltre, è possibile aggiungere delle immagini a corredo della parte testuale, in uno dei due metodi messi a disposizione:
Grazie a quest’ultimo, inoltre, è possibile incorporare altri elementi come un contenuto di Twitter, oppure un video di YouTube o Vimeo.
Sin dal suo lancio, Telegraph è stato uno strumento molto discusso per un motivo semplice: proprio per il suo carattere che pone l’accento sulla riservatezza del servizio, sembra non possa esserci un controllo nella produzione dei contenuti. E dal momento che non è possibile risalire alla firma del post, se da un lato Telegraph garantisce l’anonimato ai suoi autori, dall’altro potrebbe essere una ghiotta occasione per i creatori delle fake news.
Peggio ancora, Telegraph potrebbe essere utilizzato da malintenzionati per scrivere articoli spacciandosi per qualcun altro, con tutte le conseguenze del caso.
Ad ogni modo, ad oggi Telegraph risulta essere una valida alternativa ai più complessi (e completi) Content Management System anche per quanto riguarda la gestione dei contenuti da veicolare nei canali Telegram.
Se, infatti, il proprietario di un canale Telegram non ha un sito o blog specifico, può comunque realizzare articoli approfonditi da condividere nel proprio canale per i suoi seguaci.
Infine, gli articoli realizzati con Telegraph possono beneficiare dell’Instant View interno all’app di messaggistica: ciò vuol dire che il caricamento della pagina web sarà veloce e senza attese inutili per il lettore, un plus degno di nota per chi vuole offrire contenuti interessanti e informativi ai propri fan.
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