Cos’è lo smart working molti lo sanno ma è diventato un tema di interesse nazionale con l’emergenza sanitaria del Coronavirus, ecco come funziona adesso lo smart working, le normative, il contratto, le priorità, le offerte.
Indice dei contenuti
Le aziende nelle zone rosse, ovvero gli 11 comuni tra Lombardia e veneto sono infatti obbligate a applicarlo, si lavora solo da casa insomma, tranne nei casi di servizi essenziali e di pubblica utilità. Con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1 marzo 2020 sono state semplificate le procedure per accedere allo smart working in tutte le regioni italiane, per tutta la durata dell’emergenza Coronavirus. Le aziende possono attivare lo smart working, o lavoro agile, da subito senza seguire la procedura normalmente prevista. Inoltre nelle regioni Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, provincia di Savona e Pesaro-Urbino c’è un vero e proprio obbligo di privilegiare le modalità di collegamento da remoto nello svolgimento di incontri o riunioni, obbligo stingente con riferimento a strutture sanitarie e sociosanitarie, servizi di pubblica utilità e coordinamenti attivati nell’ambito dell’emergenza COVID-19.
Ma cerchiamo di capire cos’è lo smart working, come funziona e come cambia.
Secondo la legge italiana lo smart working è «una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa.»
Secondo il Chartered Institute of Personnel and Development: Lo Smart Working è un approccio all’organizzazione del lavoro finalizzato a guidare una migliore efficacia ed efficienza nel raggiungimento degli obiettivi attraverso la combinazione di flessibilità, autonomia e collaborazione, puntando sull’ottimizzazione degli strumenti e delle tecnologie e garantendo ambienti di lavoro funzionali ai lavoratori.
Nella pratica comune lo smart working significa lavorare da casa adottando strumenti e software che consentono al lavoratore di integrarsi nell’attività dell’azienda. La tecnologia gioca un ruolo fondamentale nel lavoro agile. Più gli strumenti tecnologici (hardware e software) sono in grado di far collaborare le persone, integrare l’opera di tutti in un nuovo spazio digitale, migliori saranno i risultati.
In Italia la normativa smart working è costituita dalla legge 81/2017. Ma cosa prevede la normativa sulla Smart Working?
Lo Smart Working rientra tutti gli effetti nell’ambito del lavoro subordinato e comprende tutte le forme di svolgimento della prestazione lavorativa flessibili rispetto all’orario e al luogo di lavoro. Sono parte integrante dello smart working gli strumenti tecnologici che vengono forniti dal datore di lavoro, il quale ne garantisce anche il buon funzionamento. L’apparecchiatura dal computer al telefonino è dell’azienda che deve provvedere alla sua adeguatezza. Il datore di lavoro è responsabile della sicurezza e del buon funzionamento degli strumenti tecnologici assegnati al lavoratore per lo svolgimento dell’attività lavorativa.
Per applicare il lavoro agile impresa e lavoratore devono stipulare un accordo scritto in cui si preveda:
A partire dal 15 novembre 2017, le aziende che raggiungo accordi individuali di smart working possono procedere al loro invio allo Stato attraverso l’apposita piattaforma informatica messa a disposizione sul portale dei servizi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Per accedervi, è necessario possedere SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale); per tutti i soggetti già in possesso delle credenziali di accesso al portale dei servizi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, si potrà utilizzare l’applicativo anche senza SPID.
La legge di Bilancio 2019 (Legge 30 dicembre 2018, n. 145 ) introduce una disposizione che consente ad alcuni soggetti di essere “preferiti” – rispetto agli altri lavoratori – in caso di svolgimento del lavoro con la formula dello smart working.
In particolare ha disposto l’obbligo per i datori di lavoro di riservare una priorità di accesso alle madri nel triennio successivo al termine del congedo di maternità. La preferenza è accordata anche ai lavoratori che abbiano figli in condizioni di disabilità. Ciò significa che se il datore lavoro stipula un accordo per l’esecuzione della prestazione di lavoro in modalità agile, devono essere scelte per prima madri e genitori di figli con disabilità. La priorità, inoltre, si conserva fino ai 3 anni successivi alla conclusione alla maternità.
In base dall’art. 2 del DPCM riguardate l’emergenza sanitaria del Coronavirus, la modalità del “lavoro agile” è applicabile, in via provvisoria, per tutta la durata dell’emergenza, liberamente, per tutte le imprese con sede sul territorio nazionale , a ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi stabiliti dalla Legge 81/2017, anche in assenza di accordi individuali. Quindi si può passare allo smart working senza l’accordo individuale previsto normalmente, se lo si fa entro nel periodo di emergenza sanitaria marzo. Rimangano invariate tutte le altre previsioni: parità di trattamento, dotazione informatica ecc.
Molte aziende hanno applicato questa possibilità per ridurre il rischio di contagio sul posto di lavoro.
Lo svolgimento di smart working può essere concordato tra dipendente e azienda oppure, il dipendente può essere assunto direttamente in modalità di lavoro agile. L’accordo deve avvenire per iscritto, allo scopo di individuare inequivocabilmente tutti gli aspetti della modalità di lavoro, dunque:
• L’orario di lavoro;
• Il luogo privato di pertinenza;
• La cadenza di programmazione dell’attività;
• Le fasce orarie di disponibilità;
• La retribuzione invariata rispetto al lavoro in azienda;
• I dispositivi tecnologici assegnati in dotazione;
• I controlli e le norme disciplinari;
• La tutela e la sicurezza.
Il datore di lavoro deve garantire la salute e la sicurezza del lavoratore che svolge effettua il lavoro agile e deve consegnare al lavoratore e al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, con cadenza almeno annuale, un’informativa scritta nella quale sono individuati i rischi generali e i rischi specifici connessi alla particolare modalità di esecuzione del rapporto di lavoro. Dall’altra altra il lavoratore è tenuto a cooperare nelle misure di prevenzione predisposte dal datore di lavoro per fronteggiare i rischi del lavoro all’esterno dei locali aziendali.
Smart working significa letteralmente lavoro intelligente, più spesso in italiano (soprattutto ultimamente) viene indicato come “lavoro agile”, nella pratica molti lo identificano con il lavoro da casa: il telelavoro. L’espressione però ha un significato molto più ampio rispetto a “lavoro da casa” indica quelle modalità di prestazione che sono più flessibili, tecnicamente anche il lavoro svolto in ufficio attraverso modalità nuove è da considerarsi smart working.
FlexJobs ogni anno redige una lista delle 100 migliori aziende per lo smart working.
Attraverso un’analisi delle offerte di lavoro agile o a distanza di oltre 54.000 aziende vengono individuate le aziende che offrono più posti di lavoro in remoto, o in modalità smart. Nelle 100 migliori aziende cha applicano lo smart working ci sono monti nomi noti, in particolare del settore tecnologico come:
Dell, Sap, Amazon, Phillips, Hilton, Red Hat, VMware, Gartner, Cisco, NTT, GitHub.
La classifica tiene conto delle varie modalità in cui il lavoro remoto si può svolgere e individua anche le aziende smart working friendly, che cioè concedono agevolmente la possibilità di lavorare da casa.
Ormai tutti i migliori siti per la ricerca di lavoro hanno sezioni dedicate alle forte di lavoro agile nei propri portali, da Indeed a JobbyDoo, da Trovit Laboro a InfoJobs, da CarrierJet a Jooble. La cosa curiosa è che in questo momenti ci sono diverse richieste per consulenti Smart Working, attività lavorativa da svolgere in remoto. Con l’attenzione mediatica che si è concentrata su questa modalità di lavoro fortemente consigliata dal Governo nella crisi da Coronavirus che stiamo vivendo, molte aziende stanno cercando figure professionali che conoscano la materia dal punto di vista normativa e tecnologico.
I Podcast hanno conquistato l'Italia, qui la lista dei migliori Podcaster Italiani in base al…
Le due startup italiane SWITCH e Wayla raccolgono fondi per rivoluzionare il trasporto urbano con…
Il report di NTT DATA esplora il divario tra innovazione AI e responsabilità, evidenziando l'importanza…
Microsoft ha presentato il Majorana 1, un chip quantistico topologico che punta a risolvere problemi…
L’intelligenza artificiale può simulare, comprendere e suscitare emozioni, creando un dialogo emotivo che richiede consapevolezza.…
Meta AI ha sviluppato una tecnologia per decodificare l'attività cerebrale in testo tramite reti neurali…
Via Italia 50, 20900 Monza (MB) - C.F. e Partita IVA: 03339380135
Reg. Trib. Milano n. 409 del 21/7/2011 - ROC n. 21424 del 3/8/2011