La Seo del futuro cambierà per via dell'Intelligenza artificiale
La SEO – Search Engine Optimization – è uno dei settori più frenetici, costantemente in evoluzione ed è anche uno dei motivi per cui è così interessante e complesso, ma come sarà la SEO del futuro?.
Pensare a cosa riserva il futuro in tal senso può essere sia emozionante che un po’ spaventoso. L’intelligenza artificiale alla fine renderà la ricerca migliore o peggiore? Il futuro è SERPless? E quali sono le implicazioni per la SEO del futuro? Le domande sono molte e i possibili scenari futuri anche.
Diamo uno sguardo ad alcuni dei temi chiave che emergono quando si considera il futuro della ricerca online e del Search Engine Optimization.
La Seo del futuro cambierà per via dell’Intelligenza artificiale
Indice dei contenuti
In questo momento, l’intelligenza artificiale sembra essere tutto ciò di cui le persone vogliono parlare e non è un argomento destinato a scomparire. In effetti, è previsto che l’intelligenza artificiale avrà un impatto significativo sul marketing sotto ogni aspetto.
Abbiamo già sperimentato gli effetti dell’AI sulla ricerca già da un po’, dal momento in cui Google ha rilasciato il suo algoritmo RankBrain. In breve, l’obiettivo di RankBrain è quello di aiutare i motori di ricerca a riconoscere il contesto della query e comprendere meglio ciò che l’utente effettivamente desidera e non solo a elaborare ogni singola parola della query. Ciò è particolarmente importante dato l’accresciuto uso della ricerca vocale, che utilizza un linguaggio naturale.
L’intelligenza artificiale è intrinsecamente legata ai big data; sono i dati che consentono all’AI di funzionare e al machine learning di trasformare il modo in cui cerchiamo. Gli esseri umani sono solo in grado di elaborare una quantità limitata di dati ed è questo il punto in cui arriva l’intelligenza artificiale: per fare cose che gli umani non possono o sono intrinsecamente scarsi nel farlo. È qui che si trova l’intelligenza artificiale nella ricerca, che sostituisce gradualmente e migliora le attività che gli esseri umani non possono completare da soli (o almeno completare con un’alta qualità). Stiamo cercando di utilizzare la significativa potenza di elaborazione del mondo binario a nostro vantaggio.
Abbiamo già visto bot che tentavano di scrivere contenuti e il bot è stato abbastanza bravo da superare il primo turno di valutazione per un premio letterario nazionale in Giappone. Tra qualche anno i contenuti scritti da bot saranno probabilmente un’opzione molto valida per le aziende che cercano di creare contenuti come parte di una campagna SEO. I bot non saranno a breve al livello di un giornalista o copywriter con esperienza, ma prima o poi potrebbero diventare eccellenti nel creare contenuti e questo imporrà diversi cambiamenti alla SEO del futuro.
L’AI renderà il processo del SEO più fluido, più rapido e più automatizzato, lasciando agli umani la parte di fine-tuning della strategia. Possiamo provare a dare ai robot l’apparenza di maggior capacità di sentimento e intelligenza emotiva possibile, ma alla fine, semplicemente, non sono umani.
Abbiamo già visto alcuni dei problemi che si possono riscontrare con i nuovi algoritmi. Prendiamo, per esempio, la proliferazione di fake news sul web negli ultimi tempi: per quanto questi algoritmi siano intelligenti, i bot non riescono ancora a distinguere tra ciò che è reale e ciò che non lo è. Ciò richiede un attento giudizio umano. Finché le cose rimarranno così, gli umani resteranno una parte essenziale di qualsiasi campagna di marketing o SEO.
Che piaccia o no, l’Intelligenza Artificiale cambierà il volto del SEO del futuro nei prossimi anni. Anzi, molti software sono disponibili già ora. Ci saranno sempre preoccupazioni riguardo alle campagne guidate dall’AI e non da umani, dalle paure relative alla qualità e natura dei contenuti a un’eccessiva fiducia nelle campagne automatizzate. In un certo senso, però, l’automazione servirà solo a rendere le campagne più umane.
L’intelligenza artificiale è in grado di macinare enormi quantità di dati e migliora costantemente nell’apprendimento e nella comprensione dell’intento dell’utente. Combinando questa profonda conoscenza degli utenti della ricerca online con i big data si ha un modo sicuro di creare una campagna che è iper-mirata al pubblico giusto, sapendo esattamente quello che vogliono e quello che stanno cercando. In altre parole, una campagna che funzionerà davvero.
L’uso crescente e la sofisticazione dell’AI significa che vedremo cambiamenti delle priorità nei prossimi anni, in termini di a quali compiti dedicheremo più tempo. Con alcune attività che saranno plausibilmente sempre più guidate dai dati in maniera automatizzata, ci sarà possibile concentrarci di più sugli aspetti più creativi.
Dobbiamo essere pronti per quando il processo di creazione di contenuti potrebbe cambiare e per la prospettiva che non tutti i contenuti di siti, blog e social saranno prodotti realmente dall’uomo in futuro. Questo potrebbe essere un motivo di preoccupazione per alcuni, ma le persone vorranno ancora leggere contenuti scritti da umani, quindi è probabile che non ci sarà una completa sostituzione, in particolare in merito a contenuti di qualità, o altamente strategici, almeno non a breve.
Secondo comScore, il 50% di tutte le ricerche sarà effettuata tramite ricerca vocale entro il 2020. La ricerca vocale sta guadagnando popolarità a un ritmo rapidissimo e il suo effetto sulla ricerca online sarà evidente. Secondo Gartner, circa il 30% di tutte le ricerche sarà eseguita senza l’uso di uno schermo entro il 2020, in soli 18 mesi, quindi. Ora proviamo a immaginare come potrebbe cambiare le cose solo in 5-10 anni. Potremmo forse guardare a un futuro senza SERP.
Gli esperti di SEO dovrebbero tenere conto della ricerca vocale nelle loro nuove strategie per parole chiave, pensare a query di ricerca più lunghe e più conversazionali e implementare degli schemi che tengano conto delle nuove funzioni in uso.
Bisognerà probabilmente anche considerare le implicazioni di non essere in grado di generare più traffico verso siti web attraverso le SERP; potremmo dover iniziare a pensare a come i nostri siti appaiono “verbalmente”, non solo visivamente.
Come estensione del punto precedente sulla ricerca vocale, è importante anche approfondire la questione degli assistenti vocali. Assistenti personali digitali, come Google Home o Amazon Alexa, non sono solo lì solo per rispondere a domande dirette. L’obiettivo ultimo di tali dispositivo sul più lungo percorso è quello di riuscire fornire risposte adeguate e contestualizzate senza neanche dover avere la necessità di porre le domande. Il cofondatore di Google, Sergey Brin, ha affermato nel 2013: “la mia visione, quando abbiamo avviato Google 15 anni fa, era che alla fine non avresti dovuto avere più una query di ricerca”.
Questi dispositivi raccolgono costantemente dati in tempo reale da conversazioni ascoltate, localizzazioni e posizioni geografiche, cronologia di ricerca, routine quotidiane e persino dati biometrici. Con queste informazioni e l’aggiunta di una decentemente evoluta intelligenza artificiale, i dispositivi saranno in grado di eseguire ricerche senza che si debba nemmeno chiedere. La cosa è sia inquietante che intelligente. Ancora più importante, per restare in tema, però, è che questo potrebbe avere un impatto enorme sulla SEO del futuro e come lo conosciamo.
Gli esperti di SEO e i marketer dovrebbero creare contenuti che rispondano esplicitamente a potenziali domande, ad esempio, come in una pagina completa di FAQ o all’interno del contenuto di un blog. Come per la ricerca vocale in generale, bisogna pensare in modo colloquiale, evitare le frasi brevi, in quanto queste non sarebbero pronunciate in modo naturale.
Bisogna concentrarsi sempre di più sulle persone che stanno dietro alle ricerche online e meno sulle ricerche stesse. Si tratta di avvicinare l’intento dell’utente in un modo nuovo, di ridurre le comunicazioni sulle singole parole digitate nei motori di ricerca e di più sulla persona e le loro esigenze.
Il futuro della ricerca è nell’integrazione tra tutti i dispositivi e l’Internet delle Cose (IoT). I search engine sono già sulla buona strada per essere onnipresenti. Questo aspetto è destinato a continuare a crescere, aumentando la personalizzazione e sfruttando ogni manciata di dati che i motori di ricerca possono ottenere.
In generale, non sarà più necessario lavorare tanto per raggiungere le persone su più piattaforme, in quanto sarà per lo più già fatto al posto dei marketer ed esperti; ma bisognerà lavorare di più per garantire che i siti web e i contenuti siano ottimizzati per tutti i tipi di ricerca, non solo per Google. Bisogna già pensare ad Amazon Alexa, smart watch, ricerca su Facebook e Apple Spotlight.
Queste sono solo alcune previsioni per il futuro della ricerca online, la SEO del futuro e l’online marketing, che toccano solo la superficie delle varie possibilità e complessità. È un momento entusiasmante per i marketer della ricerca online, poiché sarà possibile, con la giusta preparazione e/o la giusta consulenza, sfruttare le nuove tecnologie e i big data per migliorare ulteriormente le campagne che vengono gestite per i clienti.
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