Matera è la storia che si è fatta geografia, un set cinematografico che ha superato i confini del mondo e sul percorso verso l’appuntamento Capitale Europea della Cultura 2019 è la città che accoglie il convegno “Cultura e servizio pubblico radiotelevisivo” di Rai Com.
La cultura non è solo conservazione, non è una teca in cui proteggere la memoria del passato. Cultura è continuamente innovare partendo da ciò che l’arte e la storia hanno regalato all’Italia.
La cultura è un foglio Excel ha detto Carlo Puca, giornalista di Panorama e autore del libro “Il Sud deve morire” ha spiegato commentato: “bisogna pensare che c’è vera cultura quando è in grado di produrre dei ritorni. La cultura non è beneficenza, è un investimento”.
Proprio il rapporto con Matera è un esempio di come Rai interpreti in maniera unica l’idea di servizio pubblico.
Secondo Andrea Fabiano, direttore di Rai 1: “Matera è la scenografia di una delle fiction di maggior successo di Rai 1, come Sorelle. La storia è stata modificata quando si è deciso di girarla a Matera per sfruttare ed esaltare la bellezza di Matera. È il simbolo concreto del lavoro che RaiFiction sta portando avanti. Le storie sono un elemento fondamentale anche per la cultura diffusa, per incidere sulla consapevolezza”.
Per Matera 2019 Capitale Europea della Cultura la sfida più importante sarà rendere qualunque contenuto prodotto disponibile in digitale, perché l’identità e la storia, grazie al web e ai social media, superano i confini geografici. “Rendere accessibile in via digitale l’intera produzione che si realizzerà durante l’evento – ha detto Paolo, Verri Direttore del comitato Matera 2019 – renderà più forte l’identità italiana”.
La cultura è il racconto del bello interconnettendo il mondo, il più possibile.
In tema di servizio pubblico la discussione più accesa in questo momento è il rinnovo della concessione per i servizio pubblico della Rai, con le grandi polemiche sulla gestione degli introiti provenienti dal canone e dalla pubblicità.
L’onorevole Lorenza Bonaccorsi, Commissione Cultura della Camera dei Deputati e responsabile cultura del PD è intervenuta su questo tema molto delicato e sotto i riflettori.
“Oggi è richiesto a Rai una separazione contabile tra introiti da canone e introiti pubblicitari. Per verificare quanto si fa come servizio pubblico e quanto come azienda privata che va sul mercato liberamente. Questa separazione contabile funziona, però, solo a posteriori ed è giudicata insufficiente da Agcom, io sono a favore di una maggiore separazione funzionale”. Il che significa che alcuni canali dovrebbero fare servizio pubblico e altri che avrebbero una struttura economica e di contenuti totalmente privati, commerciali . “Altra idea da abbandonare – ha continuato Lorenza Bonnaccorsi – è segnalare con il “bollino blu” i programmi che aderiscono in tutto al servizio pubblico, anche perché questo aprirebbe una serie di problematiche. Altra insesatezza è tetto degli stipendi per il cast delle trasmissioni: se una parte è finanziata dalla pubblicità il tetto a 240.000 euro non ha senso”.
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