La mappa degli investimenti in ricerca e sviluppo

La spesa mondiale in R&D (ricerca e sviluppo) continua ad aumentare.
Un trend che dura, in maniera sostanzialmente ininterrotta, da quarant’anni. Secondo le stime del 58esimo rapporto annuale Global R&D Funding Forecast, nel 2017 la crescita sarà del 3,4% con un valore di $2,066 trilioni, con circa 115 paesi che registrano investimenti significativi.
Un risultato positivo, anche se leggermente in calo rispetto al 2016, che aveva registrato un record assoluto. L’anno scorso il mondo aveva investito in ricerca scientifica e sviluppo tecnologico ben l’1,75 del Prodotto interno lordo (Pil) del pianeta. I dati tengono conto degli investimenti sostenuti da industrie, governi e mondo accademico e sono calcolati a parità di potere d’acquisto delle monete nazionali.
Come emerge dai report degli ultimi 10 anni, la crescita è guidata da un sostanziale incremento della spesa nei paesi asiatici, Cina al primo posto, che corre a una velocità doppia rispetto a quella degli Usa o delle nazioni europee. Quest’anno l’Asia ha contato per il 42% del totale degli investimenti globali in ricerca e sviluppo. Gli Stati Uniti continuano a essere il paese con la più alta capacità di spesa, primato che mantengono da 50 anni.
I trend tecnologici del momento, che includono automazione e robotica, intelligenza artificiale, cloud computing, sistemi di trasporto a guida autonoma, trainano gli investimenti da qui ai prossimi cinque anni. Il riscaldamento globale, la ricerca di risorse energetiche alternative e la crescita demografica sono alcuni dei temi che guidano la ricerca. Ad esempio in Cina e Giappone l’aumento dell’età media della popolazione ha un impatto diretto sugli investimenti in R&D.


La mappa degli investimenti in ricerca e sviluppo - Ultima modifica: 2017-07-03T11:14:40+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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