Clienti arrabbiati a Londra per la decisione contro Uber. 20.000 autisti hanno mandato una mail a Sindaco Sadiq Khan che difende la decisione della TfL
A Londra più di 600.000 persone hanno firmato una petizione per chiedere alla TfL di tornare indietro sulla decisione di revocare la licenza a Uber di operare nella capitale britannica.
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Per salvare Uber a Londra arrivano 20.000 email al sindaco
Il periodico inglese The Observer riporta anche la notizia di 20.000 email di conducenti Uber inviate al Sindaco di Londra, Sadiq Khan, che ha difeso la posizione di TfL sabato e, fra varie critiche, ha affermato: “So che Uber è diventato un servizio in voga per molti, ma sarebbe sbagliato se la TfL lasciasse attiva la licenza se questo potesse rappresentare una minaccia alla sicurezza dei londinesi. Come Sindaco di Londra do sempre il benvenuto a compagnie innovative che aiutano i londinesi, fornendo un servizio migliore e più conveniente, ma fornire un servizio innovativo non è una scusa per non stare alle regole. Tutte le aziende a Londra devono giocare secondo le regole e aderire agli alti standard che ci aspettiamo, in particolare quando si tratta di sicurezza.”
Nessuno sconto per Uber a Londra
Alcuni sindacati e parlamentari laburisti hanno accolto bene la decisione e Wes Streeting, che presiede il gruppo parlamentare sui taxi, ha descritto la scelta come una mossa “coraggiosa”: ha detto che “finalmente si disegna una linea per rendere chiaro che a nessuna compagnia, per quanto potente, viene concesso di piegare le nostre leggi e regole o mettere in pericolo i londinesi, senza andare incontro a serie conseguenze.”
Molti clienti di Uber non accettano la decisione di Londra
Un numero crescente di clienti, però, ha espresso il proprio disappunto in merito alla scelta e, sabato notte, la campagna su Change.org, denominata Save Your Uber in London, ha raggiunto quasi 600.000 firme. “Questa è la petizione che è cresciuta più velocemente quest’anno nel Regno Unito”, ha detto Kajal Odedra, il direttore UK di Change.org.
Ragioni di sicurezza
La TfL ha preso la decisione di non rinnovare la licenza a Uber per ragioni di sicurezza, ma la compagnia, che intende ricorrere in appello, si domanda come mai queste questioni non fossero state precedentemente rese note durante il processo di rinnovo. Uber ha superato il processo di revisione annuale lo scorso aprile, ma una serie di incontri precedentemente programmati sono stati annullati e anche le richieste d’incontrare Khan hanno avuto esito negativo.
Il commento del Sindaco di Londra sulla questione Uber
Khan ha affermato: “Mi sento del tutto empatico nei confronti degli autisti di Uber e dei loro clienti colpiti da questa decisione, ma la loro rabbia dovrebbe essere diretta a Uber perché ha deluso i propri autisti e clienti, fallendo nel risultare un operatore appropriato, in base a quando riscontrato dalla TfL.”
Il Sindaco di Londra ha comunque lasciato intendere che un compromesso potrebbe ancora essere possibile, dichiarando: “sospetto che ci vorrà del tempo prima che la situazione con Uber sarà del tutto delineata. Nel frattempo io continuerò a sostenere le aziende innovative a Londra e aiuterò a creare un mercato del noleggio privato e dei taxi vivace e anche sicuro.”
L’ex Ministro britannico dei Trasporti, Lord Adonis, ha twittato che sarebbe il caso di trovare una via per evitare di mettere al bando il servizio offerto da Uber, affermando che “riguardo a Uber, il percorso corretto dovrebbe essere, da parte della TfL, di indicare precisamente e ragionevolmente cosa Uber debba fare per avere una chance e al contempo mantenere i londinesi felici.”
La reazione del Ceo di Uber
Il nuovo Chief Executive di Uber, Dara Khosrowshahi, ha inviato un’email allo staff per allertarlo che la decisione della TfL “potrebbe avere un impatto negativo profondo e delle conseguenze per i 40.000 autisti che dipendono da Uber per il loro lavoro, come per i 3,5 milioni di londinesi che utilizzano Uber per andare in giro”. “È particolarmente scoraggiante che questo stia accadendo in UK,” ha detto Khosrowshahi, “dove i team si sono impegnati in partnership volte ad aumentare il numero di veicoli elettrici e accessibili a sedie a rotelle”. Il CEO di Uber ha anche sostenuto che i business globali non possono ignorare quello che è successo a livello locale, perché “ci importa molto di quello che le persone pensano di noi, specialmente in un business globale come il nostro, dove le azioni in una parte del mondo possono avere delle serie conseguenze in un’altra parte”, ha dichiarato.