L’intelligenza artificiale è inarrestabile. Gli ultimi sviluppi della tecnologia che si sta facendo conoscere grazie a programmi come ChatGPT e MidJourney potrebbero essere trasformativi per la società moderna quanto la Rivoluzione industriale. È questo il parere di Sir Patrick Vallance, consulente scientifico capo del governo britannico che ha esortato le autorità della Gran Bretagna ad agire immediatamente per evitare che un numero enorme di persone rimanga senza lavoro. Tuttavia, l’esperto ha suggerito anche che l’intelligenza artificiale potrebbe avere notevoli vantaggi che non devono essere trascurati. Fra pro e contro, l’AI potrebbe davvero rivoluzionare il mondo come l’industrializzazione avvenuta a partire dal 1850.
Paragone fra Ai e Rivoluzione industriale
In una serie di incontri nel parlamento inglese, Vallance ha messo in guardia i politici sui possibili danni dovuti allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. “Ci sarà un grande impatto sui posti di lavoro, che potrebbe essere pari a quello della Rivoluzione industriale”, ha dichiarato Vallance alla commissione per la scienza, l’innovazione e la tecnologia. “Ci saranno lavori che potranno essere svolti dall’AI, il che può significare che molte persone non avranno un lavoro, oppure che molte persone avranno lavori che solo un umano può fare. Nella Rivoluzione industriale, l’effetto iniziale è stato una diminuzione della produzione economica, in quanto le persone si sono riadattate in termini di posti di lavoro, e successivamente un beneficio. Dobbiamo anticipare questo fenomeno”. La prima Rivoluzione industriale iniziò nel 1700 e riguardò l’arrivo della macchina a vapore; la seconda nel 1850 fu ancora più trasformativa per via dell’introduzione dell’elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio che modificarono notevolmente il lavoro dell’epoca. Allo stesso modo, secondo l’esperto inglese, i programmi con intelligenza artificiale cambieranno la società attuale.
Che la nuova tecnologia possa diminuire i posti di lavoro è già noto. Varie aziente tech, come IBM, stanno sospendendo o riducendo le assunzioni, suggerendo che il 30% dei ruoli di back-office potrebbe essere realizzato dall’AI in cinque anni. Eppure, l’intelligenza artificiale ha il potenziale per creare un enorme valore per la società e l’economia. Secondo l’agenzia internazionale PwC, entro il 2030 l’intelligenza artificiale potrebbe contribuire all’economia globale con circa 16 trilioni di dollari. Inoltre, potrebbe anche migliorare la qualità della vita di miliardi di persone fornendo assistenza sanitaria, istruzione, intrattenimento e sicurezza migliori. Nel mondo del lavoro, l’intelligenza artificiale potrebbe rivoluzionare le industrie e i mestieri esistenti, creando vincitori e perdenti nel mercato. Infine, la novità rischia di avere conseguenze indesiderate difficili da prevedere o controllare.
L’AI è simile alla Rivoluzione industriale per molti aspetti. Anch’essa si basa sullo sviluppo di nuove tecnologie in grado di eseguire compiti che in precedenza erano svolti dall’uomo o erano impossibili da svolgere. L’AI può anche aumentare e migliorare le capacità delle persone, come la creatività, il processo decisionale e la risoluzione dei problemi. Si differenzia, invece, dalla Rivoluzione industriale perché non è limitata a un settore o a una regione specifica, ma interessa ogni ambito e ogni geografia. Non è un fenomeno statico, ma dinamico e in evoluzione che si adatta a nuovi dati e feedback. È quindi essenziale garantire che l’AI venga sviluppata e utilizzata in modo responsabile e vantaggioso per l’umanità: ciò richiede la collaborazione e il coordinamento tra le varie parti interessate, come i governi, le imprese, il mondo accademico e la società civile.
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