L’unione tra tecnologia Lidar (Light Detection and Ranging) e intelligenza artificiale sta aprendo nuove frontiere nella sicurezza stradale. Un gruppo di ricercatori dell’Università del Missouri ha sviluppato un metodo innovativo per analizzare l’interazione tra pedoni, ciclisti e veicoli, specialmente nei punti critici come gli incroci e le vie trafficate. La ricerca non solo migliora la comprensione dei comportamenti stradali, ma promette di ridurre il numero di incidenti, in particolare quelli che coinvolgono gli utenti più vulnerabili della strada.
La raccolta e l’analisi dei dati sul traffico sono fondamentali per migliorare la sicurezza stradale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno nel mondo muoiono circa 1,3 milioni di persone a causa di incidenti stradali. L’uso di tecnologie come Lidar e AI può contribuire a ridurre questo numero, fornendo informazioni dettagliate sui comportamenti degli utenti della strada e consentendo di adottare misure preventive più efficaci. Ad esempio, i dati raccolti possono essere utilizzati per ottimizzare la segnaletica stradale, migliorare la progettazione degli incroci e sviluppare sistemi di allerta per i conducenti.
Il cuore del progetto proposto dai ricercatori statunitensi risiede nella capacità di rilevare i “quasi incidenti”, ovvero situazioni di pericolo che spesso passano inosservate. Attraverso un sistema combinato di telecamere e Lidar, gli studiosi hanno potuto monitorare il flusso del traffico in un incrocio, ottimizzando l’uso di un singolo dispositivo Lidar anziché due, come tradizionalmente richiesto. L’intelligenza artificiale entra in gioco attraverso un algoritmo avanzato che, sfruttando modelli pre-addestrati, classifica con precisione gli oggetti rilevati, come autobus, pedoni e ciclisti, superando le prestazioni di altri modelli AI esistenti. Questa capacità di analisi dettagliata permette di comprendere meglio le dinamiche del traffico e di identificare i punti critici dove gli incidenti sono più probabili.
L’applicazione di questa tecnologia va oltre la semplice prevenzione degli incidenti. I dati raccolti possono essere utilizzati per ottimizzare i tempi di attraversamento pedonale, monitorare il comportamento dei veicoli nelle zone di lavoro, rilevare problemi di pavimentazione come buche, e persino identificare conducenti distratti o in eccesso di velocità. L’obiettivo finale è integrare questa tecnologia nei veicoli stessi attraverso sistemi di comunicazione per creare un sistema di allerta in tempo reale che possa prevenire gli incidenti. I tecnici immaginano un futuro in cui le auto siano in grado di “vedere” e “comprendere” l’ambiente circostante con precisione, anticipando i pericoli e proteggendo tutti gli utenti della strada.
Nonostante il promettente potenziale, la tecnologia deve affrontare alcune sfide prima di una diffusione su larga scala. La gestione dei dati, la stabilità dell’alimentazione e le condizioni meteorologiche sono solo alcuni degli ostacoli da superare, sfide simili a quelle che devono affrontare le auto a guida autonoma. La ricerca pubblicata sul “Journal of Transportation Engineering” rappresenta un passo significativo verso una mobilità più sicura e intelligente. Con l’avanzamento tecnologico e la collaborazione tra ricercatori e produttori di veicoli, il futuro delle nostre strade potrebbe essere molto più sicuro e efficiente.
Il Fortinet SMB Summit raddoppia e conferma della cybersecurity per le PMI italiane. Soluzioni integrate,…
Il Gruppo E stringe un accordo strategioi in ambito AI: con Araneum Group per il…
Il progetto con intelligenza artificiale, chiamato Mulberry, è il prossimo tassello dell’ecosistema di benessere di…
Meta AI, l’intelligenza artificiale di Zuckerberg, sbarca su WhatsApp tra entusiasmo, sospetti e qualche risata…
Microsoft sostituisce la celebre schermata Blue Screen of Death con una versione nera, più moderna…
Scopri tutte le novità di iOS 18.4, l’aggiornamento che rivoluziona l’esperienza su iPhone con AI,…
Via Italia 50, 20900 Monza (MB) - C.F. e Partita IVA: 03339380135
Reg. Trib. Milano n. 409 del 21/7/2011 - ROC n. 21424 del 3/8/2011