Greenitaly 2015, la sesta edizione del rapporto di fondazione Symbola e Unioncamere sulla Green economy italiana, conferma la forza sempre maggiore di questo paradigma economico nel nostro sistema produttivo. Sono 372mile le imprese italiane che hanno investito nel Green tra il 2008 e il 2015
In termini di diffusione, sempre più imprese fanno scelte green.
Temi come sostenibilità, innovazione, qualità, design, tradizione e saperi sono centrali: la green economy, nella sua accezione più ampia, sta dentro la catena del valore delle aziende e costituisce un fondamentale fattore di competitività.
Sono 372.000 le imprese italiane dell’industria e dei servizi con dipendenti che hanno investito nel periodo 2008-2015 in prodotti e tecnologie green.
In pratica una su quattro, il 24,5% dell’intera imprenditoria extra-agricola. E nel manifatturiero sono una su tre (32%). Solo nel 2015, 120 mila aziende hanno investito sulla sostenibilità e l’efficienza: 31.600 imprese in più dell’anno precedente (+36%).
Queste aziende innovano di più delle altre: il 21,9% ha sviluppato nuovi prodotti o servizi, contro il 9,9% delle non investitrici (il doppio).
E nell’edilizia (13,5% contro 5,5%) e nel manifatturiero (30,7% contro 16,7%) lo scostamento è addirittura più ampio. Sospinto da export e innovazione, il fatturato aumenta, ma anche l’occupazione.
ll nostro sistema produttivo guida già la “riconversione verde” dell’occupazione europea: dalla fine del 2014, il 51% delle piccole e medie imprese italiane ha almeno un green job, più che nel Regno Unito (37%), Francia (32%) e Germania (29%). Nel 2015, il 14,9% delle assunzioni (74.700 posti di lavoro) riguarda proprio green jobs, che si tratti di ingegneri energetici o agricoltori biologici, esperti di acquisti verdi, tecnici meccatronici o installatori di impianti termici a basso impatto.
Nell’area aziendale della progettazione e della ricerca si arriva al 67%, a dimostrazione del legame sempre più stretto tra green economy ed innovazione.
Queste imprese hanno spinto l’intero sistema produttivo nazionale verso una leadership europea nelle performance ambientali. Eurostat ci dice, infatti, che le imprese italiane, con 337 kg di materia prima per ogni milione di euro prodotto, non solo fanno molto meglio della media Ue (497 kg), ma si piazzano seconde tra quelle delle grandi economie comunitarie dopo le britanniche (293 kg), davanti a Francia (369), Spagna (373) e Germania (461).
Dalla materia prima all’energia, dove si registra una dinamica analoga: siamo secondi tra i big player europei, dietro al solo Regno Unito. L’Italia fa molto bene anche nella riduzione dei rifiuti. Con 39 tonnellate per ogni milione di euro prodotto (5 in meno del 2008) siamo i più efficienti in Europa.
E nella riduzione delle emissioni in atmosfera siamo secondi tra le cinque grandi economie comunitarie (113 tonnellate CO2, ultimi dati disponibili 2012), dietro solo alla Francia (91 t, in questo caso favorita dal nucleare).
Qui la mappa in alta risoluzione
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