La mappa degli oggetti connessi
Sono 15 miliardi gli oggetti connessi alla rete e saranno 50 miliardi nel 2020. IoT (Internet delle cose), questo nuovo mondo ha la sua mappa: si chiama Thingful ed è insieme un motore di ricerca e un servizio di geolocalizzazione.
Thingful rintraccia gli oggetti che trasmettono dati, ne indica la posizione, quali dati stanno trasmettendo e con quali altri oggetti stanno comunicando.
Il risultato è straordinario, una mappa fitta e dettagliata, ogni puntino è un elemento dell’Internet of Things e ha la sua scheda completa. Si possono rintracciare tutti gli oggetti che fanno parte di rete pubbliche e consultare le informazioni: dalle centraline del bike sharing, ai sensori che tracciano i percorso degli squali negli oceani, dalle stazioni meteo alle navi cargo.
È affascinate viaggiare in tutto il mondo e vedere quanti siano già gli oggetti indicizzati e per quali obiettivi vengono usati.
Ma la cosa più interessante è che si tratta di un mappa di cose con al centro le perone. Ognuno può “rivendicare” i proprio oggetti presenti sulla cartina, spiegare per quali utilizzi sono stati connessi alla rete.
Si può anche creare la propria lista personalizzata di cose da tenere d’occhio, si può parlare con gli altri utenti e confrontarsi sul tema dell’IoT.
Per ogni oggetto presente vien anche mostrato l’account Twitter eventualmente collegato.
Perché i dati non hanno senso in sé, lo hanno solo perché gli uomini glielo infondono, inserendoli in un progetto, in un’idea, in un’analisi.
“Il nostro obiettivo è quello di mettere l’uomo al centro dell’IoT” dice Usman Haque, uno dei fondatori di Thingful, nata a Londa nel 2013. https://thingful.net/
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