I dati provenienti dalla nonprofit Internet Matters suggeriscono che il 13 per cento dei bambini dagli 11 ai 16 anni gestisce un proprio canale o blog e più di uno su tre ha caricato video su YouTube o altri siti web. In base a una recente ricerca, un bambino su otto è impegnato in attività di vlogging o mantiene un proprio blog.
Migliaia di bambini di appena 11 anni stanno seguendo le orme di controversi YouTuber aprendo propri canali e caricando video.
Nel momento in cui raggiungeranno il 15 per cento, si potrà dire che il 41% dei bambini sta caricando video su Internet.
Solo circa la metà dei genitori ha detto di aver parlato con i propri figli in merito a ciò che stanno condividendo online.
YouTube ha un limite di età di 13 anni, quindi i bambini di età inferiore devono utilizzare l’account di un genitore.
Carolyn Bunting, CEO di Internet Matters, ha dichiarato: “Queste cifre sul vlogging riflettono come i bambini stanno comunicando nel mondo digitale”.
“Il vlogging può essere molto utile per i bambini in quanto può aiutare a costruirne la sicurezza, agire come una piattaforma per l’auto-espressione e sviluppare la tecnologia e le capacità di comunicazione. Ma è essenziale che i genitori siano consapevoli dei rischi associati alla pubblicazione di contenuti online e riconoscano il ruolo che hanno nell’equipaggiare i loro figli con gli strumenti per esplorare Internet in sicurezza.
“Se tuo figlio desidera avere il suo vlog, caricare video in live-stream o diventare uno Youtuber, inizia con una conversazione onesta e aperta con egli sui contenuti che intende pubblicare, le motivazioni e come rispondere ad altri video online“.
I genitori dovrebbero anche disattivare i commenti per preservare i loro figli dai troll e assicurarsi che il loro bambino non stia condividendo il nome completo, i dettagli della scuola o l’indirizzo fisico.
Vloggers come Zoella e i fratelli Jake e Logan Paul hanno raggiunto la notorietà parlando di sé stessi dietro alla fotocamera.
Sono state espresse preoccupazioni in merito al contenuto di alcuni dei video di Logan Pauls, uno dei quali ha suscitato critiche all’inizio di quest’anno per aver descritto una vittima di un suicidio in una foresta in Giappone.
La ricerca di Ofcom ha rilevato che i bambini di età compresa tra 12 e 15 anni hanno più familiarità con YouTube di quanto non lo siano con la BBC o con storiche reti TV in generale.
L’anno scorso un sondaggio dell’agenzia Childwise ha rilevato che YouTube era il sito o l’app più popolare tra i sette ed i sedici anni, con tre su dieci che lo sceglievano come preferito.
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