La velocità della banda larga sta diminuendo in molti paesi europei e in Nord America. Ed internet diventa più lento. Secondo i dati di Speedtest, la congestione delle reti con il boom di connessioni è stata particolarmente visibile la scorsa settimana, con un rallentamento senza precedenti in molti paesi a causa dell’epidemia di coronavirus.
Negli Stati Uniti, la velocità media di download a banda larga fissa è diminuita da circa 140 a 133 Mbps nella settimana del 16 marzo, rispetto alla settimana del 9 marzo. Nello stesso periodo, la velocità di download della banda larga mobile è passata da circa 75 a 72 Mbps.
Il Canada ha subito un rallentamento simile nello stesso periodo, da circa 129 a 121 Mbps, mentre la velocità della banda larga del Messico è rimasta invariata.
Numerosi paesi europei hanno anch’essi subito un rallentamento simile. Ad esempio, la velocità media di download a banda larga fissa è passata da circa 103 a 93 Mbps in Germania e da 130 a 126 Mbps in Italia. Le prestazioni della banda larga mobile sono state influenzate in modo simile nella maggior parte dei paesi europei, con la sola eccezione dei Paesi Bassi in cui sono al contrario aumentate notevolmente.
I paesi asiatici stanno seguendo un modello diverso. In Cina, dove l’epidemia di coronavirus è iniziata molto prima e ha già raggiunto il picco, le prestazioni della banda larga sono diminuite a metà gennaio ma da allora sono costantemente migliorate.
La riduzione delle prestazioni della banda larga è un problema serio in un momento in cui numerosi paesi in tutto il mondo sono in blocco totale o parziale a causa dell’epidemia. Il commissario europeo per il mercato interno e i servizi Thierry Breton ha recentemente ammonito che, man mano che le persone si spostano sempre meno da casa, i servizi di streaming stanno causando ulteriore stress alle reti a banda larga.
Gli operatori telefonici, in Italia ed Europa, assicurano che è tutto sotto controllo e Internet e la rete reggerà il carico. Ma il rischio di una congestione che danneggi tutte le attività, non deve essere così remota. Tanto che anche la Commissione europea è intervenuta in merito chiedendo ai servizi di streaming, come Netflix e YouTube, di limitare la qualità dei video. Obiettivo, “risparmiare” la rete per le attività più critiche, come lo smart working, le lezioni online, l’informazione.
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