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Il Governo sblocca 2,2 mld per la banda ultra larga, bastano?

È stato staccato un assegno da 2,2 miliardi per la banda larga in Italia”, così il primo ministro Matteo Renzi ha annunciato la disponibilità del primo blocco dei finanziamenti previsti per portare la Banda Larga a tutta (o quasi) l’Italia.
E ce ne è un gran bisogno, il nostro paese è i fondo a tutte le classifiche sulla velocità di connessione.
Siamo 50esimi al mondo per la banda ultra larga, con appena il 5,3% degli utenti che hanno a disposizione una connessione superiori a 10 Mbps., come si vede in questa recente misurazione.


Se l’Italia vuole avere un futuro deve averlo digitale, perché tutte le iniziative imprenditoriali saranno digitali nel futuro, non solo quelle che riguardano strettamente Internet: il turismo sarà in gran parte digitale, il trasporto lo sta diventando se si pensa che la più grande azienda al mondo per il trasporto privato è un App (Uber), che il più grande supermercato al mondo non ha supermercati ma un sito (Amazon) ecc.
L’idea che la banda larga serva ai Nerd è un grande errore: È la principale infrastruttura dell’economia di domani, anzi di quella di oggi.
Rappresenta, invece, una necessità anche per la formazione delle nuove generazioni, Coursera, Born2Code sono realtà che stanno cambiando radicalmente l’istruzione a livello mondiale e si possono utilizzare appieno solo con la banda larga. Non avere una struttura adeguata significa condannare le nuove generazioni a vivere alla periferia del mondo dell’informazione (leggete l’articolo di Futura Pagano per capire meglio l’evoluzione dell’istruzione digitale).

Quindi ben vengano questi 2,2 miliardi che fanno parte di un piano più ambizioso di cui bisogna ancora capire esattamente l’attuazione. Per esempio bisogna sciogliere il nodo su che tipo di banda ultra larga diffondere quella che consente il collegamento a 100 Mbps sia in download che in upload (possibile solo con la fibra che arriva in casa) o la banda ultra larga base che prevede la fibra all’armadietto telefonico, che però ha una velocità di upload più bassa.
Sono in totale 12 i miliardi che dovrebbe esser investiti per la banda ultra larga: 6,9 pubblici e 5,1 privati (degli operatori) in due direzioni: portare la banda larga e quindi la fibra in quelle regioni d’Italia in cui non è economicamente conveniente per un operatore telefonico e adeguare l’infrastruttura digitale delle città già dotate di reti più o meno veloci.
Il piano è stato approvato a Marzo e ancora ci sono delle incertezze sulla sua attuazione: dovrebbero arrivare i voucher per gli utenti che passano alla banda ultra larga.
C’è voluta la visita di Vincent Bolloré, il presidente del consiglio di sorveglianza di Vivendi, azionista di maggioranza di Telecom Italia, per far staccare il famoso assegno, ma ben venga.
Tutti questi soldi, che faranno certamente bene alle connessioni a Internet, ma bisogna guardare avanti, soprattutto quando ci si occupa di digitale e la soluzione “fibra all’armadietto telefonico” rischia di non essere sufficiente per le esigenze del futuro. Il cloud, per esempio, non ha bisogno solo di grande velocità in download ma anche (e soprattutto) in upload.


Il Governo sblocca 2,2 mld per la banda ultra larga, bastano? - Ultima modifica: 2015-08-08T11:41:31+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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