HPE ha presentato ufficialmente lo spin-off della fusione con Micro Focus, riguardante gli asset dei software non-core. L’unione porterà alla creazione della più grande impresa di software pure-play su scala mondiale. La nuova società, dall’impronta nettamente globale, godrà dell’agilità e della forza finanziaria indispensabili per guidare l’innovazione in ambito software attraverso una gamma completa di prodotti.
HPE si riserva di conservare autonomia negli ambiti finalizzati allo sviluppo dell’IT ibrido, spingendo la strategia della compagnia verso un margine sempre più ampio di liquidità.
La transazione in numeri:
8.8 miliardi di dollari è il valore della transazione.
6.3 miliardi è la quota da ripartire tra gli azionisti.
2.5 miliardi il pagamento in contanti per HPE.
50.1% è la quota di controllo del capitale azionario del quale godranno gli shareholder HPE.
700 milioni è il costo fiscale a carico di HPE per procedere alla fusione.
20% in più di opportunità in termini di miglioramenti già entro la fine del terzo anno finanziario a chiusura avvenuta.
HPE ricorda il proprio impegno a mantenere ben salda la leadership indipendente nelle attività legate alle soluzioni ibride per l’IT, ai software di Application Delivery Management, ai server di prossima generazione, allo storage e ai data center, così come al networking e alle infrastrutture convergenti, con una previsione di guadagni che si prevede si possa assestare sui 28 miliardi di dollari.
I nuovi investimenti mireranno ancora ai servizi per le aziende e al Cloud in particolare con One View e l’Helion Cloud in funzione di soluzioni ibride per l’IT.
La fusione vede Kevin Loosemore a capo dell’esecutivo e Mike Phillips in qualità di CFO amministrativo, gestionale e finanziario; rimarranno nel consiglio di amministrazione un executive senior di HPE e sempre HPE si riserverà di nominare il 50% dei direttori indipendenti. La stima delle rendite annuali dovrebbe aggirarsi sui 4.5 miliardi di dollari.
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