Nel corso dell’evento Cloud Next, tenutosi a San Francisco, Google ha rivelato il proprio API (application programming interface, in italiano: interfaccia di programmazione di un’applicazione) che si chiama Cloud Video Intelligence. Lo strumento, che è attualmente disponibile per i soli sviluppatori in fase beta, analizza i video e rende i contenuti presenti in essi, materiale nel quale poter ricercare oggetti specifici.
La tecnologia di Google per i video è così avanzata da far sì che i ricercatori possano affermare di essere in grado di trovare oggetti specifici all’interno di un video o una serie di video.
Con questo strumento è possibile fare delle ricerche all’interno di uno o più video utilizzando parole chiave e portando ad un elenco di risultati che mostrano il fotogramma e dove si possano trovare gli oggetti rilevanti secondo termini di ricerca all’interno del video. Google ha reso disponibili alcune demo.
Google sostiene che l’API Video Intelligence consenta agli sviluppatori di poter beneficiare delle capacità di ricerca all’interno dei video anche in quei casi in cui non c’è un background in machine learning oppure computer vision.
Uno degli scienziati che ha preso parte al progetto e che è a capo della Google Cloud artificial intelligence and machine learning, Fei-Fei Li, ha commentato: “Questa API è destinata alle grandi organizzazioni multimediali e alle aziende che si occupano di tecnologia di consumo, nel momento in cui vogliano costruire dei propri cataloghi multimediali o trovare modi semplici per gestire i contenuti. L’API Cloud Video Intelligence utilizza potenti modelli di apprendimento approfondito, costruiti su framework come TensorFlow e applicati su larga scala su piattaforme di media come YouTube”.
Nonostante – per ora – l’API Video Intelligence sia limitata a coloro che dispongono della versione beta, lo strumento potrebbe avere implicazioni di vasta portata, com’è già successo per il riconoscimento facciale e quello vocale. Se Google dovesse portarlo su YouTube, per esempio, il contenuto di più di un 1 miliardo di video presenti nella piattaforma diventerebbe ricercabile, aprendo molte più possibilità in termini di scoperta. Le società hanno la possibilità di richiedere di poter accedere all’API.
I due maggiori concorrenti in ambito di cloud pubblici di Google sono Amazon Web Services (AWS) e Microsoft Azure, i quali attualmente non offrono questa funzionalità, fiora esiste solo una startup, la Clarifai, che offra qualcosa di simile.
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