Nel Global Gender Gap Report 2016 l’Italia non fa una bella figura, in un anno perde 9 posizioni passando dalla 41° alla 50°, significa che siamo più lontani dalla parità di genere… non siamo migliorati, anzi.
Le donne costituiscono il 54% della popolazione mondiale, ma rappresentano globalmente soltanto il 24% del top management e soffrono di barriere tuttora forti che ostacolano la loro affermazione economica in ben 128 Paesi.
Lo dice il Global Gender Gap Report 2016, un indice elaborato da dieci anni dal World Economic Forum, fondazione senza fini di lucro con sede a Cologny, vicino a Ginevra.
L’indice misura i divari nazionali tra donne e uomini fornendo ogni anno una classifica. La diseguaglianza si ricava come media aritmetica di sotto-indicatori relativi a quelli che il report chiama i “quattro pilastri“.
Il primo è salute e sopravvivenza: rapporto tra i sessi alla nascita e aspettativa di vita in buona salute.
Il secondo è l’educazione: indaga il divario tra donne e uomini nell’accesso all’istruzione (in tutti i gradi della scuola) e i relativi tassi di alfabetizzazione.
Il terzo è il Lavoro. Si analizza la partecipazione economica di donne e uomini al mercato del lavoro, l’eventuale divario relativamente alla remunerazione, all’avanzamento della carriera e alla presenza in ruoli tecnici e professionali.
Il quarto pilastro è la partecipazione in politica, il rapporto donne/uomini in parlamento e in posizioni ministeriali e il numero di anni in cui una donna è stata capo dello Stato.
L’edizione del 2016 ha studiato 144 paesi. Così come negli anni precedenti, nei primi posti della classifica troviamo Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia.
L’Italia scende al 50°posto contro il 41° dello scorso anno. Quello che emerge nel nostro Paese è l’aumento del divario di genere in relazione alle opportunità in ambito economico: siamo in 117a posizione.
Solo il 54% delle donne italiane lavora, il 20% in meno rispetto all’occupazione maschile. L’elemento chiave, però è la disparità salariale (127esima posizione, ben al di sotto della media mondiale): una donna guadagna 0,48 centesimi per ogni euro percepito da un uomo nella medesima posizione. Significa che una donna nella stessa posizione di un uomo guadagna meno della metà…
Anche la segregazione orizzontale (poche donne in professioni tecniche) e quella verticale (poche donne in posizioni aziendali di comando) sembrano essere rilevanti. Il salario annuale medio femminile ammonta a circa 23.000 euro, contro i 44.000 maschili.
Gli altri indicatori ci vedono al 72esimo posto nell’ambito salute e 56esimi per la formazione.
Migliore la posizione raggiunta nella presenza politica: l’Italia raggiunge il 25esimo posto (39esima per la presenza di donne in Parlamento e decima per l’occupazione femminile in ambiti ministeriali).
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