Dopo 17 anni di rimandi e nuovi stanziamenti ad budget del progetto, Galileo – il sistema di navigazione satellitare europeo – è finalmente attivo. Al momento del lancio, 18 dei 30 satelliti a progetto sono già in orbita.
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Le promesse in termini di servizi di localizzazione sono diventate realtà il 15 dicembre, con il lancio di altri quattro satelliti appartenenti al blocco del Progetto Galileo. Il servizio iniziale sarà gratuito per gli utenti di tutto il mondo e reso disponibile solo su smartphone e unità di navigazione già dotate di microchip compatibili con Galileo. Il nuovo sistema è stato progettato per fornire dati più precisi per gli utenti privati e commerciali, cosa che già fa lo US Global Positioning System (GPS).
“Galileo accrescerà la precisione della geo-localizzazione” ha commentato il vice presidente della Commissione Europea Maros Sefcovic.
Un razzo Ariane 5 ES è stato lanciato in orbita lo scorso giovedì mattina alle ore 10:06 a Kourou, nella Guinea Francese ed era equipaggiato con 4 satelliti, ognuno dei quali pesa 738 chili. In meno di cinque ore i satelliti avevano raggiunto le rispettive orbite. Nel dettaglio, i primi due sono stati sganciati 3 ore e 35 minuti dal decollo, mentre gli altri due sono stati rilasciati dopo circa 20 minuti.
Il lancio non ha segnato soltanto un passo importante per la realizzazione del sistema Galileo, ma anche per il razzo stesso. Ariane 5 è il fiore all’occhiello dell’ESA. Mai prima d’ora un razzo Ariane 5 aveva portato in orbita un carico così pesante di satelliti in una sola volta. Dato che questo è il settantacinquesimo lancio di un Ariane 5, questo tipo di razzo supera il numero di lanci del suo predecessore, Ariane 4. Per di più, tutti i lanci di Ariane 5 sono stati impeccabili in ognuna delle loro missioni.
Galileo è uno dei progetti più prestigiosi dell’Unione Europea. E va a sfidare il sistema GPS degli Stati Uniti, che è 20 anni più vecchio. Inoltre, Galileo è controllato da civili, pertanto Galileo offre ai suoi utenti privati e commerciali l’intero spettro di navigazione di precisione che al giorno d’oggi sia tecnicamente possibile avere.
Attraverso l’utilizzo del GPS gli utenti privati possono navigare con una precisione di circa 15 metri. Galileo invece offre una precisione che arriva a 4 metri. Gli utenti commerciali e i servizi pubblici ufficiali godranno invece di una precisione che arriva a pochi centimetri. E ciò è importante, per esempio, per i velivoli completamente o parzialmente automatizzati, così come le automobili a guida autonoma o i droni marini. Entro il 2018 Galileo dovrebbe essere pienamente operativo e avrà almeno 24 satelliti. Questa è la soglia che il sistema dovrà raggiungere prima di poter fornire un servizio completo.
L’elevata precisione offerta da Galileo è stato uno dei motivi per cui il Pentagono aveva respinto il sistema, in prima istanza. Si temeva, infatti, che i diretti concorrenti della NATO o di altri alleati potessero utilizzare questa navigazione ultra precisa per scopi militari. Tuttavia, gli ingegneri sono riusciti a trovare una soluzione a questo problema: nel caso in cui dovesse insorgere una situazione di grave crisi, l’esercito potrà prendere il comando di una precisa parte dello spettro di trasmissione. Tale provvedimento, escluderebbe l’uso civile, ma manterrebbe tutte le funzioni destinate a scopi militari alleati.
Galileo può fare molto di più che fornire semplicemente segnali per la navigazione. In combinazione con i satelliti di ricerca e salvataggio del sistema COSPS-SARSAT, sarà in grado di individuare le navi o persino alpinisti in difficoltà. Sarà anche possibile per gli addetti ai centri di controllo di ricerca e salvataggio rispondere alle persone che inviano segnali di pericolo.
Il progetto non è esclusivamente europeo, infatti ci sono partecipazioni provenienti da: India, Israele, Marocco, Arabia Saudita, Corea del Sud e Ucraina. Ma c’è di più. Nonostante la Cina stia sviluppando un proprio sistema di navigazione satellitare – chiamato Bei Dou – ha contribuito attivamente al Progetto Galileo attraverso la creazione di un centro di formazione universitaria incentrato sullo sviluppo di nuove applicazioni e gadget, affinché sia le imprese che i privati possano avvalersi delle nuove possibilità di navigazione. E anche la Russia – che ha un proprio sistema di navigazione satellitare che si chiama Glonass – ha fatto la sua parte, consentendo che 14 tra i primi satelliti mandati in orbita partissero da lanciatori Soyuz.
Vale la pena ricordare che quando si parla di sistemi di navigazione satellitare che competono tra loro, si parla – di pari passo – di sistemi che si completano a vicenda, accrescendone reciprocamente la precisione.
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