Ecco il futuro del lavoro secondo il WEF. Giunto alla sua quarta edizione, il report 2023 riunisce le prospettive di 803 aziende che impiegano collettivamente più di 11,3 milioni di lavoratori, attive in 27 distretti industriali e sparse su 45 economie di tutto il mondo. La moltitudine di tendenze in gioco ha creato effetti diversi a livello globale: i paesi a reddito medio-basso, più che quelli a reddito alto, continuano a registrare una disoccupazione più elevata rispetto a prima della pandemia; i lavoratori con livelli di istruzione di base e le donne risultano avere tassi di occupazione inferiori; i salari reali stanno diminuendo a causa dell’aumento del costo della vita e le aspettative dei lavoratori sulla qualità del lavoro stanno diventando sempre più importanti a livello globale.
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L’adozione della tecnologia rimarrà un fattore chiave di trasformazione aziendale nei prossimi cinque anni (un trend confermato da oltre l’85% delle aziende intervistate). Anche una più ampia applicazione degli standard ambientali, sociali e di governance (ESG) avrà un impatto significativo. Seguono l’aumento del costo della vita e la lenta crescita economica, gli investimenti per guidare la transizione verde, le carenze della supply chain, le aspettative dei consumatori su questioni sociali e ambientali.
Per quanto riguarda l’utilizzo della tecnologia, più del 75% delle aziende intende adottare i big data, il cloud computing e l’intelligenza artificiale nei prossimi cinque anni. Piattaforme e app digitali in particolare vedranno una crescita significativa, con l’86% delle aziende che prevede di incorporarle nelle proprie attività nei prossimi cinque anni. L’e-commerce sarà adottato dal 75% delle imprese. Più arretrata invece la diffusione di robot e di tecnologie di accumulo di energia.
Dei 673 milioni di posti di lavoro riflessi nel set di dati di questo rapporto, gli intervistati prevedono una crescita strutturale dell’occupazione di 69 milioni di posti di lavoro e un calo di 83 milioni di posti. Ciò corrisponde a una diminuzione netta di 14 milioni di posti di lavoro, pari al 2% dell’attuale occupazione. La maggior parte dei ruoli in più rapida crescita sono quelli legati alla tecnologia, mentre quelli in più rapido declino sono quelli impiegatizi o di segreteria. Si prevede una crescita occupazionale su larga scala nei settori dell’istruzione, dell’agricoltura e del commercio digitale.
Il pensiero analitico e creativo rimangono le competenze più importanti per i lavoratori. Seguono resilienza, flessibilità e agilità; motivazione e consapevolezza di sé; curiosità e apprendimento costante. Affidabilità e attenzione ai dettagli sono al sesto posto, dietro l’alfabetizzazione tecnologica. La top 10 delle competenze di base è completata da due atteggiamenti relativi al lavoro con gli altri – empatia e ascolto attivo e leadership e influenza sociale – oltre al controllo di qualità.
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