L’Euro digitale, a quanto pare, diventerà realtà e promette di rendere la vita dei cittadini molto più semplice, almeno quando si tratta di effettuare pagamenti. La conferma è arrivata dalla Banca Centrale Europea, che attraverso Fabio Panetta – membro del Comitato esecutivo della BCE -, ha fatto sapere che i Paesi dell’Ue hanno approvato il progetto e che lo stesso dovrebbe essere realizzato nell’arco di 24 mesi. Qualora l’Euro digitale dovesse avere corso legale, dovrà essere accettato da tutti.
L’Euro digitale sarà, molto semplicemente, una moneta elettronica che potrà essere utilizzata per eseguire pagamenti. Al momento attuale non è dato sapere che caratteristiche avrà tale tipologia di moneta elettronica: il progetto è stato avviato proprio per sondare tutti gli aspetti tecnici e pratici della questione e soprattutto per capire se la strada possa essere percorribile o meno. La BCE, in prima istanza, non avrebbe però trovato impedimenti di alcun tipo affinché l’Euro digitale possa nascere ed essere utilizzato. Di sicuro si tratterebbe di un metodo di pagamento alquanto sicuro, visto che la moneta elettronica sarebbe garantita da una banca centrale.
Al pari di altri sistemi, l’Euro digitale non sostituirebbe in alcun modo i metodi di pagamento che oggi conosciamo – come ad esempio il contante – ma andrebbe ad aggiungersi a essi. Un’opportunità in più tra cui optare, insomma. E di certo un bel segnale contro uno dei metodi di pagamento che più si sta diffondendo, ossia quello delle criptovalute (come i Bitcoin).
Grazie all’Euro digitale, soggetti privati come cittadini e aziende potrebbero effettuare pagamenti in modo assai semplice, rapido e soprattutto sicuro. Che tale moneta elettronica sia stata intesa come mezzo di pagamento e non come mezzo di investimento risulta chiaro dal Rapporto su un Euro digitale che la BCE ha pubblicato il 2 ottobre 2020, in cui si legge che potrebbero essere posti dei limiti affinché l’Euro digitali resti, per l’appunto, soltanto un mezzo di pagamento. Tali limiti potrebbero essere rappresentati dall’introduzione di un massimale che ciascun soggetto può detenere oppure dall’imposizione di una penale (ad esempio tasso di interesse negativo) qualora i depositi superassero una determinata cifra.
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