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Edifici stampati in 3D per aiutare la ricostruzione dell’Ucraina

La stampa in 3D di case e scuole può contribuire alla ricostruzione di alcune zone dell’Ucraina devastate dalla guerra. Gli ambiziosi progetti che mirano a utilizzare la tecnologia 3D printing a grandi dimensioni sono stati avviati dalla start-up tecnologica e umanitaria senza scopo di lucro Team4Ua in collaborazione con le autorità cittadine di Lviv (Leopoli in italiano) e altre società che stanno mettendo la stampa 3D al servizio degli sfollati ucraini. Velocità d’esecuzione, minor richiesta di manodopera e operazioni da remoto favoriscono l’utilizzo dell’innovativa architettura nei luoghi colpiti dal conflitto.

Scuole distrutte in Ucraina

Oltre 2.000 scuole sono state danneggiate o distrutte in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa il 24 febbraio 2022, secondo il ministero della Difesa di Kiev. Come riporta il sito Euronews, a causa del conflitto ancora in atto, circa 3,6 milioni di bambini rischiano di perdere le lezioni, mentre 1,5 milioni di minorenni rischiano di soffrire di problemi di salute mentale, secondo l’organizzazione umanitaria internazionale World Vision. Nella regione di Leopoli, dove verrà costruita la scuola con la stampa in 3D, ci sono 250mila sfollati ufficialmente registrati, di cui oltre 75mila bambini. Per questo Team4Ua ha deciso di iniziare da lì, con un progetto tecnologico e sostenibile.

Stampa 3D veloce e sostenibile

“Fa risparmiare tempo, è efficiente per quanto riguarda i costi energetici e sarà veloce”, ha detto a Euronews Charles Tiné, membro del comitato strategico di Team4Ua. Costruire le pareti della scuola con una stampante 3D sarà più veloce ed economico rispetto alla costruzione di un nuovo edificio in cemento da zero, un processo che avrebbe richiesto fino a due anni. Invece, la startup porterà una speciale macchina da stampa sul luogo e inizierà a erigere pareti e fondamenta per la scuola. L’obiettivo finale, ha affermato Tiné, è portare un totale di 15 stampanti 3D in Ucraina, addestrare gli ucraini a usarle, prendere i detriti degli edifici distrutti dalla guerra e riciclare quel cemento per stampare nuovi edifici. Una casa 3D può essere stampata in 48 ore a basso costo.

Dai ponti alle case in 3D

“Terminato il progetto della scuola, possiamo stampare ponti, rifugi e magazzini” ha detto Tiné. Una volta finita la guerra in Ucraina, l’idea è di spostare le stampanti in altri luoghi dove sono necessarie. Nell’edificio in costruzione a Leopoli verranno implementate innovazioni interne per costruire ambienti ecologici ed efficienti dal punto di vista energetico. Le tecnologie per riciclare internamente l’acqua e per produrre energia rinnovabile con pannelli solari potranno ottimizzare il fabbisogno della scuola; una griglia di edifici connessi sarà il primo esempio mondiale di villaggi umanitari intelligenti costruiti durante una guerra. Team4Ua è una delle numerose organizzazioni che tentano di utilizzare la stampa 3D per aiutare gli ucraini a resistere all’invasione russa. All’inizio di quest’anno, la società ceca ICE Industrial Services ha annunciato l’intenzione di utilizzare la tecnologia 3D per aiutare nella ricostruzione dell’Ucraina. ICE punta a costruire bunker e case che resistono ai colpi d’arma da fuoco e per questo stampa con materiali diversi che deve importate sul territorio ucraino. Il progetto di Team4Ua è già iniziato e promette di ridare nuova speranza ai tanti studenti ucraini che non possono più frequentare le scuole a causa della guerra. La costruzione potrebbe essere ritardata a causa degli attacchi, ma Tiné è convinto che la scuola sarà ultimata a breve. “Nulla ci distoglierà assolutamente di un centimetro dall’obiettivo, che è aiutare le persone a ricostruire ciò che è stato distrutto e ricevere un’istruzione a lungo termine”, ha affermato il direttore della startup di 3D printing.


Edifici stampati in 3D per aiutare la ricostruzione dell’Ucraina - Ultima modifica: 2022-11-12T21:42:09+00:00 da Andrea Indiano

Giornalista con la passione per il cinema e le innovazioni, attento alle tematiche ambientali, ha vissuto per anni a Los Angeles da dove ha collaborato con diverse testate italiane. Ha studiato a Venezia e in Giappone, autore dei libri "Hollywood Noir" e "Settology".

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