Come potrebbe avvenire la diffusione del coronavirus in un ristorante? A spiegarlo è l’emittente nazionale giapponese (Nhk) che ha simulato con la consulenza di alcuni esperti, cosa potrebbe succedere in un ristorante e quanto sia facile infettarsi di Coronavirus, nel caso di presenza di una persona positiva, a un semplice buffet.
La tv nipponica ha riunito 10 persone per dimostrare come potrebbe avvenire la diffusione del coronavirus in un ristorante. Ad una di queste è stata applicato della vernice fluorescente (che rappresenta il coronavirus) sulle mani, creando così il finto positivo. Nel giro di mezz’ora tutti i partecipanti erano sporchi di vernice. È stato confermato che la vernice si era diffusa nelle mani di tutti i partecipanti ed in l’avevano anche sul viso. Si sono diffuse attraverso il coperchio del contenitore che conteneva il cibo, le pinze che separavano il cibo e il manico del contenitore della bevanda.
Oltretutto, come misura contro le infezioni, il commesso separa i piatti e scambia frequentemente le pinze e incoraggia i clienti a lavarsi le mani frequentemente. Ed è così il video spiega come e quanto rapidamente si diffonde il virus.
La professoressa Hiroyuki Kunishima della St. Marianna University School of Medicine ha dichiarato: “Un luogo in cui un numero di persone può facilmente toccarsi tramite varie superfici “high-touch”, rappresenta un pericolo.
Video simulazioni permettendo sulla diffusione del coronavirus in un ristorante, è proprio il mondo della ristorazione italiana ad attendere con ansia l’ufficialità per la ripartenza lunedì 18 maggio. Dopo l’accordo trovato tra regioni e governo riguardo un piano di aperture differenziato per territorio saranno però costretti a ripensare le modalità di servizio e di rapporto con i clienti. L’Istituto nazionale contro gli infortuni sul lavoro (Inail) e Istituto superiore di sanità (Iss) hanno dettato una serie di linee guida per ristoratori e gestori di bar per procedere alle riaperture in totale sicurezza.
Elemento principale del documento stilato è il rispetto della distanza di sicurezza tra un cliente e l’altro: per ogni cliente deve essere garantita un’area di 4 metri quadrati, “fatto salvo la possibilità di adozione di misure organizzative come le barriere divisorie”, e ciascun tavolo deve essere posto a 2 metri di distanza dall’altro. Ciò comporta che la capienza massima di ogni locale sarà molto più bassa rispetto al periodo pre coronavirus, quindi, si chiede ai ristoratori di rendere obbligatoria la prenotazione “al fine della sostenibilità e della prevenzione di assembramenti di persone in attesa fuori dal locale”
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