Convention Var Group: “La tecnologia è una tela su cui disegnare i nostri sogni”

La Convention Var Group ha celebrato l’innovazione, la sperimentazione e l’errore come strumenti di crescita. Interventi di Francesca Moriani, Uri Levine, Nvidia e Mariano Cunietti hanno esplorato AI, sostenibilità e il futuro tecnologico


La Convention Var Group è stata dedicata ai sognatori, a chi sbaglia, a chi si corregge e continua ad innovare, a chi guarda alle cose da un punto di vista diverso.

Convention Var Group 2024

Convention Var Group: i sogni e la tecnologia

“La tecnologia è una tela su cui disegnare i nostri sogni” ha detto Francesca Moriani, Amministratore delegato di Var Group in apertura. “Per cambiare il nostro mondo bisogna innanzitutto provare, sperimentare, usare anche le nuove tecnologie. Marie Curie ha detto che nulla nella vita va temuto, ma tutto va compreso. Questo è il momento di comprendere e di temere di meno. L’intelligenza artificiale è uno strumento che aumenta le possibilità delle persone. Sognare è il primo passo per realizzare l’impossibile e qui, in questa Convention, gettiamo le fondamenta del futuro che costruiremo insieme.”
La Convention Var Group è anche un grande laboratorio in cui le aziende italiane possono vedere dal vivo le tecnologie che stanno cambiando il modo di operare delle imprese, dall’AI alla realtà virtuale.
Giovanni Moriani ha ripercorso i suoi primi passi nella programmazione con le schede perforate raccontando un fallimento, una realizzazione non riuscita (era l’orario dei professori dell’università che gli era stato commissionato), da cui ha imparato molte cose a iniziare dal fatto che la tecnologia non basta; per innovare nella realtà occorre la piena comprensione delle esigenze del cliente.

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Uri Levine: innovare con i fallimenti

Questo sguardo non convenzionale è stato anche al centro dell’intervento di Uri Levine, Fondatore di Waze, che si è presentato sul palco della Convention Var Group con una maglietta-manifesto: “Innamoratevi del problema, non della soluzione”.
Uri Levine ha spiegato che l’idea di fondare una società nasce o da un grande amore per qualcosa o da un grande odio per un problema, diventando poi un viaggio che può essere paragonato in intensità solo a una storia d’amore perché, dopo aver scelto, gli andrà dedicato molto tempo. E non esistono, come pensano molti, una strada per il successo e una che porta al fallimento; la strada del successo è piena di fallimenti. “Bisogna sbagliare e farlo rapidamente – ha detto Uri Levine – in modo da avere il tempo per correggersi e trovare la soluzione giusta. Gli errori sono i nostri più grandi maestri.”
Uri Levine è una delle 46 persone al mondo che è riuscita a creare due Unicorni (due aziende con un valore superiore a 1 miliardo di dollari). Dopo aver fondato Waze (ed averla venduta a Google) ha creato Mooveit. Un altro elemento che ha sottolineato è quanto il mondo dell’economia si muova velocemente: “delle 10 aziende più grandi del mondo oggi solo 1 era presente nella top ten 17 anni fa, e nei prossimi 10 anni solo 5 delle aziende oggi nei primi 10 posti lo saranno ancora e ci saranno aziende di cui oggi ancora non abbiamo sentito parlare. Le cose cambiano rapidamente”. Secondo Uri Levine la cosa più pericolosa per il successo è la perfezione: “non serve essere perfetti, basta essere buoni abbastanza per il mercato, il market fit è la cosa che determina il successo o la sparizione di un’azienda. Bisogna creare valore, fare qualcosa che sia rilevante per le persone; se non lo fai tu, troveranno qualcun altro che sta davvero risolvendo uno dei loro problemi”.

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La visione di Nvidia alla Convention Var Group

Sul palco della Convention Var Group è salita anche l’azienda più in vista del momento, ovvero Nvidia con Carlo Ruiz, VP Enterprise Solutions & Operations, intervistato da Alessandro Gencarelli, Head of Sales & Marketing di Var Group.
Tra i vari temi affrontati, Ruiz ha sottolineato due sfide importanti che l’AI sta affrontando: quella di diventare fisica, di entrare nel mondo reale, attraverso i Robot, il che implica una serie di problemi da risolvere, a livello computazionale per fare in modo che gli automi siano in grado di elaborare operazioni complesse, ma anche etiche riguardanti i modelli che dovranno seguire, gli LLM da utilizzare e la capacità di scegliere quale sia più adatto ad ogni contesto. L’altra questione è la sostenibilità e il continuo miglioramento in cui Nvidia è impegnata per ottenere il miglior rapporto tra performance e watt utilizzati dalla tecnologia, ma non solo. Carlo Ruiz ha raccontato dell’ambizioso progetto Earth 2.0, ovvero un digital twin della Terra creato da Nvidia per studiare i cambiamenti climatici e migliorare le previsioni del tempo. Il modello digitale della Terra ha richiesto la capacità di un intero super computer.
Mariano Cunietti, responsabile della divisione Cloud di Var Group ha spiegato la singolarità dell’AI nell’evoluzione della tecnologia, partendo dal cloud e in qualche modo anche tornando al cloud.

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Mariano Cunietti: il cloud e l’AI

“L’idea del cloud rappresenta una delle più grandi trasformazioni nel modo in cui consumiamo le risorse IT. Il cloud è nato per ridurre la latenza tecnologica. Non è sempre meno costoso rispetto alla tecnologia fisica, ma il cloud offre una maggiore velocità, facilitando sia la risoluzione dei problemi che l’identificazione dei fallimenti, permettendo così di progredire più rapidamente. Insomma, velocizza ogni cosa, si sbaglia prima, ci si corregge quando c’è ancora tempo per intervenire.
Il cloud fornisce anche numerosi feedback sotto forma di dati e log, che devono essere attentamente esaminati, perché permettono di orientare le nostre azioni: ignorare questi feedback è come guidare in autostrada con il parabrezza appannato.
Il processo di raccolta dei feedback e applicazione delle correzioni è attualmente limitato dalla velocità umana, si tratta di flussi che partono dalle persone e tornano alle persone che hanno bisogno di tempo per comprenderli ed elaborarli. Con l’automazione, però, è possibile accelerare questo processo in modo esponenziale. Si tratta di creare un sistema cibernetico (complesso e finito in sé stesso) che sia senziente e in grado di “curarsi da solo”. In questo modo la velocità del suo sviluppo non sarà legata a quella delle nostre capacità di analisi.”
Mariano Cunietti ha poi sottolineato la diversità dell’AI rispetto alle altre tecnologie. “Per la prima volta ci troviamo di fronte a macchine che parlano la nostra lingua e che possiamo utilizzare con il nostro linguaggio naturale, prima dell’AI bisognava imparare il linguaggio delle macchine”.
“Anche se ci siamo avvicinati all’AI come abbiamo fatto per il cloud c’è una differenza sostanziale – ha sottolineato Cunietti – il cloud è una nuova modalità di utilizzare la tecnologia, l’AI è una GPT, acronimo a cui Chat-GPT strizza l’occhio anche se il significato è diverso. GPT sta per General Purpose Technologies, sono quelle tecnologie che cambiano profondamente l’economia e quindi la società come il motore a vapore, l’elettricità o i computer. Bisogna lasciare entrare l’AI nelle nostre aziende aprendo le porte ai Robot (che anche etimologicamente sono al nostro servizio, Robot deriva dallo slavo Robota e significa lavoratore forzato). L’AI e i robot possono regalarci qualcosa di estremamente prezioso: ovvero una testa libera, più tempo per pensare a nuove idee, ci possono regalare ‘ozium’ latino, diverso da quello che intendiamo noi con ozio, uno stato di libertà mentale in cui possiamo immaginare e progettare cose nuove, che poi è ciò che l’umanità è chiamata a fare”.
La Convention Var Group insomma è il ritrovo per chi vuole guardare un po’ più in là, vedere il futuro che si forma e sperimentare le nuove strade aperte dalla tecnologia.

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Convention Var Group: “La tecnologia è una tela su cui disegnare i nostri sogni” - Ultima modifica: 2024-10-03T16:52:38+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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