Secondo il direttore di MIT Technology Review con il supporto di rapporti simulati dell’Imperial College di Londra è l’inizio di uno stile di vita completamente diverso
Una domanda a cui sicuramente in queste ultime settimane di totali restrizioni sociali, indotte dalla pandemia di coronavirus, ci siamo posti. Almeno una volta e con grandi preoccupazioni e ansie. Come sarà la vita dopo il coronavirus? A fare un’analisi a riguardo ci ha pensato Gordon Lichfield, direttore di MIT Technology Review , il magazine della prestigiosa università americana Massachusetts Institute of Technology, interamente dedicato ai cambiamenti nella vita personale e nel mondo del business che si prevede la pandemia finirà per cristallizzare anche dopo che sarà attenuata.
Come sarà la vita dopo il Covid19
Lichfield nella sua introduzione è molto chiaro. Opinabile ma ineccepibile. Per fermare il coronavirus dovremo cambiare radicalmente quasi tutto ciò che facciamo. Come lavoriamo, esercitiamo, socializziamo, facciamo acquisti, gestiamo la nostra salute, educhiamo i nostri figli, prendiamo cura dei membri della famiglia. “Vogliamo tutti che le cose tornino alla normalità rapidamente. Ma ciò che la maggior parte di noi probabilmente non ha ancora realizzato è che le cose non torneranno alla normalità dopo alcune settimane o anche pochi mesi. Alcune cose non lo faranno mai”.
Lichfield parte dalla constatazione, davanti alla quale si è arreso anche il governo inglese, che ogni Paese abbia bisogno di fare come l’Italia, cioè appiattire la curva dei contagi. Imporre quindi un distanziamento sociale per rallentare la diffusione del virus per evitare il collasso del sistema sanitario.
E ciò implicherebbe che la pandemia deve durare, attenuata, fino a quando non ci sarà un numero sufficiente di persone che hanno avuto il Covid-19 in modo da lasciare la maggior parte degli altri immuni o che nel frattempo non si trovi un vaccino.
Ma secondo Lichfield non potrebbe finire qui. In quanto finché qualcuno nel mondo avrà il virus, le epidemie continueranno a ripetersi. Come sarà la vita dopo il coronavirus quindi? Cosa ci dovremmo attendere. Che misure bisognerà imporre ancora?
A supporto di queste estenuanti riflessioni sono arrivati dei rapporti dei ricercatori dell’Imperial College di Londra. Da cosa si parte. Da un metodo di controllo. Ovvero. Imporre misure di distanziamento sociale più estreme ogni volta che i ricoveri nei reparti di terapia intensiva (ICU) iniziano ad aumentare, e rilassarli ogni volta che i ricoveri diminuiscono.
Cosa significa? Ogni volta che i ricoveri in terapia intensiva superano una soglia, per esempio, 100 alla settimana, il paese dovrebbe chiudere tutte le scuole e la maggior parte delle università, adottando il distanziamento sociale. Quando scendono sotto i 50 ricoveri, queste misure verrebbero revocate, ma le persone con sintomi o i cui familiari hanno sintomi rimarrebbero comunque confinate a casa.
Seguendo il grafico in alto dove la linea arancione è quella dei ricoveri in terapia intensiva praticamente il distanziamento sociale e la chiusura delle scuole dovrebbero essere in vigore per circa due terzi del tempo, attivo due mesi e un mese in pausa, fino a quando non sarà disponibile un vaccino, il che richiederà almeno 18 mesi.
Distanziamento anche dopo l’emergenza
Un periodo assurdo. Altre soluzioni? Nessuna. Senza il distanziamento sociale dell’intera popolazione, anche la migliore strategia di mitigazione (che significa isolamento o quarantena dei malati, dei vecchi e di coloro che sono stati esposti, più la chiusura delle scuole) porterebbe comunque a un’ondata di malati gravi otto volte superiore a quella che il sistema statunitense o britannico possono affrontare.
E imporre restrizioni per un periodo lungo e contiguo? Non andrebbe bene nemmeno così. Una volta eliminate le misure di distanziamento, la pandemia scoppierebbe di nuovo, solo che questa volta sarebbe in inverno, il momento peggiore per sistemi sanitari già troppo tesi.
La vita dopo il coronavirus vista così, uno scenario realistico? Parliamo di una simulazione, non di previsioni concrete. La speranza è chiaramente quella di un vaccino il prima possibile da utilizzare per anziani e soggetti a rischio. Ma per Lichfield, non si sta parlando in ogni caso dell’inizio di uno stile di vita completamente diverso. Come sarà la vita dopo il Coronavirus?