Sono molto significativi e preoccupanti i numeri che definiscono il surriscaldamento del globo.
Uno studio recente ha verificato che a Milano, per esempio, negli ultimi 60 anni la temperatura è aumentata di 2,8 gradi, mentre il record appartiene a Brindisi con un aumento di ben 3,1 gradi negli ultimi 50 anni.
Un cambiamento climatico evidente e diffuso in tutto il mondo, che è in buona parte imputabile alle sempre crescenti emissioni di anidride carbonica (CO2), causa di un dannoso effetto serra.
Da qui i tentativi internazionali di raggiungere accordi (Kyoto e Parigi) per la riduzione delle emissioni di CO2, finora caratterizzati da scarsissimi risultati.
Il cittadino comune viene spesso investito da immagini particolarmente impressionanti sull’argomento, tipo ghiacciai che si sciolgono come neve al sole lasciando isolati poveri orsi bianchi intrappolati su placche sempre più piccole di ghiaccio, o spaventosi incendi di intere foreste che bruciano enormi quanto necessarie riserve di ossigeno.
Ma quello stesso cittadino comune assiste per lo più inerte al crescente evolversi di questi fenomeni, di fronte ai quali i politici tendono generalmente a esprimere solo tante parole e pochissimi fatti.
Eppure, come ha recentemente detto il presidente francese Macron con bella sintesi, non esiste un pianeta B.
Prima ancora di un obbligo etico e morale verso le future generazioni, abbiamo dunque tutti un interesse diretto e personale a salvaguardare il nostro pianeta, per vivere meglio subito.
Un vecchio detto saggio – dunque poco ascoltato – dice che il momento migliore per piantare un albero era 20 anni fa, e che il secondo momento migliore è adesso.
In questa ottica oggi a noi cittadini qualunque si offre finalmente un’opportunità per fare qualcosa direttamente, facendo a meno delle vuote e strumentali mediazioni della politica.
Il movimento Eumans! Fondato da Marco Cappato, supporta in Italia una iniziativa internazionale che è nata dall’idea di 27 Premi Nobel e di oltre 5.000 scienziati.
Trattasi sul piano formale di una ECI – Iniziativa Cittadini Europei – che attraverso la raccolta di almeno un milione di firme, in almeno sette paesi europei, può obbligare la Commissione Europea a fare una legge.
Una legge che stabilisca un prezzo da far pagare in relazione alle emissioni di CO2: 50 euro per tonnellata e 100 euro dopo i primi 5 anni. Con la reale possibilità di far incassare all’Europa qualcosa come 180 miliardi all’anno e con lo scopo di incentivare il ricorso a fonti di energia rinnovabile, diminuendo sensibilmente la produzione di carbonio.
L’iniziativa si chiama Stop Global Warming e tutti dovremmo aderire per raggiungere la soglia del milione di firme necessaria al raggiungimento dello scopo.
Uno scopo assolutamente realizzabile, posto che attraverso il cosiddetto Carbon Footprint è già possibile misurare con precisione il totale delle emissioni di gas ad effetto serra in tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto: creazione, trasformazione, produzione, trasporto.
Siamo ancora in tempo a piantare un albero adesso. Domani chissà.
Di Massimo Rossi
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