Il co-fondatore di WhatsApp, Brian Acton, ha lasciato l’azienda per avviare la propria fondazione. Entrato in Facebook a seguito dell’acquisizione di WhatApp per $19 miliardi, è il meno noto dei due fondatori della famosa app di messaggistica istantanea (l’altro è il CEO Jan Koum, che invece non lascia la compagnia). Ironia della sorte vuole che Brian Acton, nel 2009, dopo aver lasciato Yahoo, avesse sostenuto un colloquio da Facebook, senza però essere assunto.
Brian Acton è stato il responsabile per l’ingegneria di WhatsApp e una fonte vicina all’azienda afferma che sia stato lui il primario artefice della scelta di criptare le comunicazioni. In base a quanto affermato da un portavoce dell’azienda, il suo ruolo non sarà preso da nessuna persona dello staff attuale, a quanto pare.
Acton ha annunciato la sua uscita ai colleghi durante un meeting nel quartier generale di Facebook martedì scorso e ha postato la notizia sulla sua pagina Facebook lo stesso pomeriggio.
“Mi ritengo molto fortunato, per la mia età, di poter disporre della flessibilità di potermi assumere dei rischi e potermi concentrare su quello che mi appassiona,” ha scritto Acton, di 45 anni, sul suo blog. “Ho deciso di creare una fondazione focalizzata sull’intersezione fra non-profit, tecnologia e comunicazioni. È qualcosa a cui pensavo da tempo e adesso è giunto il momento di concentrarmi e agire. Avrò modo di condividere altri dettagli in merito nei mesi che verranno.”
Non è del tutto chiaro su cosa intenda concentrarsi con la nuova fondazione, ma di certo ha soldi da spendere, infatti Forbes stima che il valore netto di cui può disporre si aggira intorno ai $6,5 miliardi.
La sua uscita avviene proprio nel momento in cui WhatsApp, che vanta 1,2 miliardi di utenti, ma finora non ha generato reddito, si sta preparando a monetizzare la propria attività. La compagnia sta assumendo nuove persone per colmare un ampio numero di posizioni chiave aperte in ambito business e fonti dicono che WhatsApp sta costruendo una serie di prodotti enterprise finalizzati ad aiutare le grandi aziende a interagire con i propri clienti attraverso l’app.
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