Facebook è di gran lunga l’azienda di cui i consumatori si fidano meno in merito dati personali, seguita da Amazon e Twitter che si inseguono per un secondo posto, ma molto lontano da Facebook. Uber e Google completano la lista dei primi cinque.
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Recentemente scorsa è venuto alla luce l’ultimo di una lunga serie di scandali relativi alla privacy di Facebook: secondo un rapporto del New York Times, l’azienda ha aggirato le proprie regole sulla privacy per dare a più di 150 aziende, tra cui Microsoft, Amazon, Netflix e Spotify, accesso ai messaggi privati degli utenti speciali sui dati dei suoi utenti.
Questa notizia è giunta pochi giorni dopo la divulgazione di un bug che aveva esposto fino a 6,8 milioni di foto private degli utenti a sviluppatori di app di terze parti. Queste sono solo le due più recenti polemiche sul gigante social, che è finito sotto i riflettori inizialmente per gli scandali durante le elezioni del 2016 con Cambridge Analytica e violazioni di sicurezza di alto profilo.
Secondo un sondaggio di dicembre condotto su 1.000 persone all’inizio di questo mese dalla società di ricerca Toluna, il 40% degli intervistati ha dichiarato di fidarsi meno di Facebook quanto si tratta delle proprie informazioni personali. Questa profonda sfiducia deriva non solo dalle varie fughe di dati e dai fiaschi sulla privacy, ma anche dalle rivelazioni di come l’azienda e i suoi alti dirigenti, Mark Zuckerberg e Sheryl Sandberg, hanno gestito queste crisi.
Facebook è di gran lunga l’azienda tecnologica verso cui c’è più sfiducia, secondo il sondaggio di Toluna. Twitter e Amazon sono arrivate seconde, ciascuna con l’8% degli intervistati che dichiara di fidarsi meno delle rispettive azienda, quando si tratta di dati personali.
Uber, con la sua serie di drammi di livello executive e programmi dubbi, meno in risalto per via delle problematiche di Facebook e simili, si è posizionata al 4° posto con il 7% di sfiducia.
Google ha raccolto il 6% di utenti che si fidano poco dell’azienda, a seguito della sua serie di controversie relative a dati e privacy, nonché di proteste dei dipendenti su una serie di questioni culminate con il CEO di Google Sundar Pichai che ha testimoniato di fronte al Congresso questo mese. Si potrebbe anche scommettere sul fatto che Google guadagnerà posizioni nella lista delle società tecnologiche meno affidabili per gli utenti tra un anno.
A completare la lista ci sono Apple e Snap al 4%, Microsoft al 2% e Netflix e Tesla ciascuno all’1%.
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