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Apple vs Samsung, la battaglia legale che cambia il mondo della tecnologia

Continua la battaglia legale Samsung vs Apple. Lo scorso martedì, numerosi giudici della Corte Suprema hanno respinto l’appello di Samsung contro la sanzione da 399 milioni di dollari, addebitata per aver copiato il design di iPhone. Altri giudici hanno chiesto ad Apple di dimostrare i motivi secondo cui i danni dovessero essere riconducibili ai profitti di Samsung realizzati sull’intero telefono anziché sulle sole parti esterne incriminate di plagio.

La controversia tra le due compagnie ruota intorno alla condanna subita da Samsung che dovrà corrispondere ad Apple una somma del tutto considerevole. A Samsung è stata addebitata la violazione di tre dei brevetti di design di Apple: la forma rettangolare di iPhone con i bordi arrotondati, la cornice a lunetta del bordo del telefono e la schermata iniziale di applicazioni disposte in una griglia.
La sanzione è stata stabilita sulla base degli utili complessivi Samsung incassati grazie agli 11 undici modelli di telefono incriminati. Ma la sentenza definitiva non è ancora stata annunciata.

L’iter giudiziario di violazione dei brevetti Samsung vs Apple ha avuto inizio nel 2011, Samsung le ha provate tutte per convincere i giudici della Corte Suprema a non forfettare sugli utili generati dai dispositivi, ma dalle singole parti, ma la legge di riferimento indica che la violazione di un brevetto implica l’addebito sui guadagni finali.

Apple, dalla sua, ha ribattuto che il design di iPhone non sia ornamentale, ma uno degli aspetti di un prodotto rivoluzionario basato anche su un design distintivo, che è parte integrante del successo che ha ottenuto.

Il presidente della Corte Suprema, John Roberts, si è soffermato sul fatto che il brevetto del design di Apple sia valido unicamente per l’esterno del telefono, non su “chip e fili.” Roberts ha detto che il denaro destinato ad Apple, se così fosse, non dovrebbe essere calcolato sui profitti totali dei cellulari Samsung.

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha mantenuto una posizione neutrale, proponendo un approccio su più fronti, proponendo ai giudici di prendere in considerazione il caso in modo dinamico, contestualmente al rispetto delle norme sui brevetti, all’interno delle quali le sanzioni vengono determinate dallo scopo del design e dall’importanza che gli elementi del design hanno sul prodotto.
I giganti della tecnologia, come Facebook, Google, Dell e eBay sostengono Samsung. Il giudice Stephen Breyer più volte ha menzionato questa posizione chiedendo più volte ad Apple in cosa i loro vicini della Silicon Valley si sbagliassero.

Samsung e chi la sostiene hanno discusso a lungo sugli esiti che scaturirebbero a seguito della vittoria definitive di Apple in questo scenario. In che modo una compagnia che vede violata una parte del proprio brevetto di un’altra possa rivalersi sul 100% dei profitti degli altri. La società teme che una sentenza a favore di Apple possa rinvigorire un’intera classe di troll dei brevetti, in particolare, nel campo della tecnologia una dimensione in cui i prodotti sono costituiti da migliaia di parti complesse, e hanno inoltre delle caratteristiche distintive nel design.

Tra gli alleati di Apple figurano Calvin Klein e Alexander Wang. I due designer sostengono entrambi che il design rappresenti il prodotto stesso.

Ma la vicenda Samsung vs Apple non è l’unica disputa legale che le due società stanno affrontando. Ad agosto l’esecutivo dell’Unione Europea ha ordinato che l’Irlanda richiedesse $ 14,5 miliardi di tasse non pagate da Apple.

La Corte Suprema sta operando con 8 membri a seguito del decesso del Giudice Antonin Scalia avvenuto lo scorso febbraio. Sebbene il Presidente Obama abbia nominato Merrick Garland per colmare il vuoto giudiziario, i Senatori Repubblicani hanno rifiutato la nomina e quella poltrona in sede di giudizio rimane vacante.


Apple vs Samsung, la battaglia legale che cambia il mondo della tecnologia - Ultima modifica: 2016-10-13T08:10:19+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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