L’ombra del coronavirus incombe sulle multinazionali. La notizia è di quelle bomba perché si parla ora anche di Apple. Adottando una misura precauzionale già attuata tra gli altri anche da Google, Apple chiude in Cina tutti gli uffici e gli store presenti. Temporaneamente. In realtà lo aveva fatto già nelle scorse settimane con tre negozi situati all’interno dell’area maggiormente interessata dal contagio, estendendo ora la decisione a tutti i 49 aperti nel paese. Rimarranno chiusi per una settimana circa, fino al 9 febbraio, salvo ulteriori nuove disposizioni.
E in precedenza Facebook e Amazon avevano chiesto ai propri dipendenti di cancellare le trasferte non indispensabili in Cina e nel frattempo hanno invitato i lavoratori a proseguire le proprie attività da casa. E le prime previsioni delle conseguenze economiche iniziano ad emergere e sono numeri da capogiro.
Proprio Apple ha riportato il risultato finanziario più alto di sempre nell’ultima trimestrale, con 91,8 miliardi di dollari di fatturato di cui 56 miliardi generate solo dall’iPhone. E Ming-Chi Kuo ha già fatto alcuni calcoli sugli affari di Apple. Il famoso analista ha stimato che nel primo trimestre del 2020 la casa di Cupertino potrebbe subire una contrazione delle vendite di smartphone del 10% proprio a causa del coronavirus. Si parla comunque di una cifra tra i 36 e i 40 milioni di modelli, ma meno di quelli preventivati. Non un impatto sostanziale sui conti dell’azienda.
A pesare in particolare è il rallentamento delle attività dei fornitori cinesi di Apple, legato anche al prolungamento delle festività per il Capodanno cinese, deciso dal governo centrale come misura per contenere il contagio da coronavirus. Nei giorni scorsi era anche circolata la voce che questa situazione avrebbe potuto far slittare il lancio dell’iPhone SE 2 previsto per marzo. Al momento si tratta solamente di indiscrezioni, anche se Apple durante la presentazione degli ultimi dati trimestrali (da record) ha in realtà già fatto cenno alle possibili difficoltà legate al coronavirus. Cupertino ha stimato che nei primi tre mesi del 2020 i ricavi saranno tra i 63 e i 67 miliardi di dollari, cifre che tengono già conto del quadro di incertezza legato all’epidemia.
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