Anche i robot falliscono: Zume il robot che non riusciva a fare la pizza

Anche i robot falliscono, noi abbiamo paura che possano sostituirci in tutto, ma a volte non riescano a fare quello che ci si aspetta, anche loro sbagliano, non sono all’altezza, falliscono come nella storia di Zume Pizza.

Il robot che non riusciva a fare la pizza

Robot capaci di fare la pizza e pronta consegna in pochi minuti con camion-cucine: era questo il visionario piano di Zume Pizza che tanto successo ha ottenuto negli Usa negli ultimi tre anni.
Perlomeno in termini di titoli di giornali e di investimenti, dato che la startup californiana aveva ottenuto ben 375 milioni di dollari a partire del 2016. Tutti andati perduti o quasi, e ora Zume Pizza ha dovuto licenziare trecento dipendenti e cambiare prodotto. Ecco i motivi dell’ascesa e della caduta di uno dei progetti più chiacchierati della Silicon Valley.

 

La fondazione di Zume Pizza nel 2015

Fondata nel 2015 da Alex Garden e Julia Collins come società di consegna per alimenti, presto Zume Pizza è diventata qualcosa di più. Merito dello spirito innovativo dei fondatori che hanno deciso di automatizzare il più possibile il procedimento di cottura della pizza, il piatto prescelto per avere successo nel mondo della ristorazione a domicilio. Collins e Garden hanno costruito insieme ai loro collaboratori degli automi in grado di preparare l’impasto, versare la salsa e infornare le pizze.

Un aiuto umano era ancora necessario per condire e controllare i piatti, ma la fabbrica di Mountain View dell’azienda già a metà 2016 era quasi interamente robotica. Da qui iniziò la fama di robot pizzaioli che tanta pubblicità portò a Zume Pizza nei primi anni di esistenza.

Zume Robot e camion-cucine

Non solo cuochi robotici: a partire dal 2017 le pizze della startup venivano preparate lungo il percorso di consegna in un furgone con 56 forni automatizzati dotati di GPS, programmati per cucinare gli alimenti poco prima dell’arrivo all’indirizzo e poi tagliate da un robot da cucina autopulente.

Queste particolarità hanno attirato molti interessi verso Zume Pizza e prima l’imprenditore Jerry Yang (cofondatore di Yahoo) poi l’azienda giapponese SoftBank hanno deciso di investire ingenti somme di denaro che hanno portato la valutazione della ditta a più di due miliardi di dollari. Il tutto, come spesso capita nella Silicon Valley, senza prove tangibili sul campo.

Anzi, il camion-cucina si rivelò ben presto un fallimento, dato che gli ingredienti cadevano dai forni durante le curve e le pizze si muovevano a causa di dossi e buche. Garden decise di bloccare il furgone in alcune zone strategiche di San Francisco e da lì smistare le consegne, ma la necessità del guidatore di ultimare la cottura delle pizze rese anche questa idea non attuabile concretamente.

Dopo i soldi persi nel fallimentare progetto WeWork, che non ha mantenuto le promesse fatte agli investitori sulle possibilità di crescita del modello di business incentrato sull’affitto di uffici nel mondo, SoftBank ha dovuto far fronte a un altro disastro finanziario.

Dalla pizza ai contenitori di cibo

Altro problema da non sottovalutare riguarda la qualità delle pizze prodotte dai robot cuochi di Zume Pizza. Secondo le prime recensioni il cibo non era abbastanza buono e, nonostante l’automazione, la larghezza e l’altezza delle pizze con rispettivi cornicioni era eccessivamente variabile. Insomma, mancava il tocco umano.

All’inizio del 2020 Garden ha così deciso di ammettere il fallimento della propria startup e, dopo aver licenziato più di metà dei dipendenti, ha spiegato che l’azienda si dedicherà ad altro.
In particolare ai cartoni della pizza e ad altri contenitori di cibo che si sono rivelati la migliore scoperta della ditta, che ora si chiamerà solo Zume. I maggiori investitori hanno deciso di bloccare l’invio di denaro e a quanto pare il famoso camion speciale è ora abbandonato in un parcheggio. Garden sta cercando nuovi finanziamenti per la produzione di contenitori, ma il suo passato con le pizze non ispira molta fiducia.

 


Anche i robot falliscono: Zume il robot che non riusciva a fare la pizza - Ultima modifica: 2020-02-28T08:08:25+00:00 da Andrea Indiano

Giornalista con la passione per il cinema e le innovazioni, attento alle tematiche ambientali, ha vissuto per anni a Los Angeles da dove ha collaborato con diverse testate italiane. Ha studiato a Venezia e in Giappone, autore dei libri "Hollywood Noir" e "Settology".

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