L’UE apre un’indagine antitrust contro Amazon e in particolare su come il colosso del retail realizza alcuni prodotti. L’iniziativa fa parte di una nuova grande ondata di indagini, in un momento in cui l’azienda è anche sotto tiro negli Stati Uniti.
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I detrattori di Amazon hanno espresso preoccupazioni in merito al fatto che l’azienda possa utilizzare i dati che raccoglie sui commercianti che utilizzano la sua piattaforma per sviluppare i propri prodotti. Successivamente, affermano le voci più critiche in merito, Amazon, può dare a tali prodotti un posizionamento privilegiato sul sito.
Il commissario dell’Ue Margrethe Vestager ha affermato in una dichiarazione di mercoledì di:
“aver deciso di dare uno sguardo molto attento alle pratiche commerciali di Amazon e al suo duplice ruolo di marketplace e retailer e di valutare la sua conformità alle regole sulla concorrenza dell’UE”.
In pratica, il regolatore europeo analizzerà il modo in cui la raccolta di dati di terze parti effettuata da Amazon influisca sulla concorrenza.
L’indagine includerà un’inchiesta sul modo in cui i commercianti finiscono nella “buy box”, l’area in evidenza su una pagina di prodotti Amazon che può indirizzare i clienti al venditore.
Amazon è diventato un protagonista di primo piano nel proprio mercato, secondo i dati di TJI Research. La società di ricerca ha contato 140 marchi privati di Amazon in tutto il mondo e altri 519 i marchi che hanno concluso accordi per essere venduti esclusivamente sul sito.
I prodotti a marchio del distributore Amazon spaziano dalle onnipresenti batterie AmazonBasics ai blue jeans fino al caffè.
Regolatori e policy maker hanno iniziato a prendere di mira questo segmento di attività di Amazon negli ultimi mesi, preoccupati dal fatto che possano mettere pressione sui venditori di terze parti che competono con i propri marchi.
Per esempio, i più critici affermano che Amazon mette in risalto la propria offerta nei risultati di ricerca e tramite l’assistente vocale Alexa, mettendosi in una condizione di vantaggio a discapito dei commercianti che usano la piattaforma.
In risposta, la candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti, Sen. Elizabeth Warren ha proposto di vietare ad Amazon e ad altre grandi aziende di gestire una piattaforma e di partecipare simultaneamente ad essa come venditore.
L’azienda si è difesa pubblicamente sottolineando il lavoro svolto per aiutare i commercianti terzi e terminando silenziosamente l’uso di accordi legali restrittivi e considerati anticoncorrenziali con i venditori.
Un portavoce di Amazon, in ogni caso, ha promesso che l’azienda avrebbe “collaborato pienamente con la Commissione europea”.
Le autorità di regolamentazione vedono sempre più con sospetto Amazon e altri giganti della tecnologia, allarmati dal modo in cui raccolgono dati sui consumatori, dal potere che hanno sul mercato e dalla capacità di influenzare la società.
Solo martedì, tre diversi comitati del Congresso degli Stati Uniti hanno tenuto audizioni con dirigenti di importanti aziende tecnologiche su questioni che vanno dalla concorrenza alla moderazione dei contenuti, fino al piano di Facebook di lanciare una moneta digitale.
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