Un recente studio ha evidenziato l’impatto dell’intelligenza artificiale generativa sul mondo del lavoro, con risultati che mostrano come queste tecnologie possano influenzare maggiormente l’occupazione femminile rispetto a quella maschile.
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Il nuovo studio dell’International Labour Organization (ILO) ha analizzato gli effetti che l’intelligenza artificiale generativa potrebbe avere sulla quantità e qualità del lavoro. La conclusione principale è che la maggior parte dei lavori e delle industrie sono solo parzialmente esposti all’automazione e che l’IA completerà molti di questi lavori piuttosto che sostituirli.
Tra i vari settori lavorativi, i lavoratori amministrativi risultano essere i più esposti all’IA generativa. Circa un quarto delle mansioni amministrative è considerato altamente esposto, mentre più della metà (58%) presenta un’esposizione di livello medio. Tra i lavori maggiormente a rischio di automazione completa troviamo dattilografi, operatori di elaborazione testi, consulenti di viaggio, impiegati addetti alle informazioni, commessi di banca, operatori di data entry e intervistatori per ricerche di mercato e sondaggi.
L’esposizione al rischio tra i lavoratori amministrativi è notevolmente superiore rispetto ad altri settori, come professionisti, manager e tecnici, i quali presentano solo una piccola percentuale di mansioni altamente esposte e un quarto di mansioni con un’esposizione di livello medio.
Lo studio ha rilevato che l’intelligenza artificiale generativa avrà un impatto maggiore sulle donne rispetto agli uomini. Più del doppio della quota di occupazione femminile potrebbe essere interessata dall’automazione, in parte a causa del maggior numero di donne che lavorano nel settore amministrativo.
L’ILO stima che nei paesi ad alto reddito, il 7,8% dei lavori femminili (circa 21 milioni) sia potenzialmente automatizzabile, mentre per gli uomini la percentuale si attesta al 2,9% (circa 9 milioni di posti di lavoro). In generale, il 5,5% dell’occupazione totale nei paesi ad alto reddito è potenzialmente esposto all’automazione, mentre nei paesi a basso reddito il rischio riguarda solo lo 0,4% dell’occupazione totale.
Lo studio dell’ILO mette in luce che l’impatto socioeconomico dell’IA generativa dipenderà in gran parte da come verrà gestita la sua diffusione. È importante sottolineare che i costi per i lavoratori potrebbero essere “brutali” se l’IA non viene gestita in modo appropriato e sensibile.
Questi risultati sono in linea con un recente rapporto di IBM che sostiene che l’AI generativa completerà i lavori invece di sostituirli. Tuttavia, lo studio aggiunge che il 40% della forza lavoro globale dovrà acquisire nuove competenze nel corso dei prossimi tre anni a causa dell’implementazione dell’IA e che le persone che utilizzeranno l’IA sostituiranno quelle che non lo faranno.
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