Un paese completamente digitale: questo è uno dei temi trattati dal governo per il rilancio del paese post-covid. La sfida del futuro prossimo passa da un paese dotata di reti a banda ultralarga e 5G, in modo da poter affrontare in maniera molto più proficua la prossima Fase 3 dove le relazioni socio economiche saranno ancora e forse più virtuali.
I giorni di lockdown hanno fatto emergere le lacune della rete internet in Italia, soprattutto in alcune zone del paese. Per questo occorre accelerare il processo di digitalizzazione, a partire dal 5G, che se garantita in tutto il paese, lo renderebbe più competitivo e stabile nelle comunicazioni.
La strada da percorrere è quella di una copertura a livello nazionale della fibra ottica, che darebbe la stabilità necessaria che attualmente non è garantita: basti pensare ai problemi per molti studenti e professori impegnati nella DAD (Didattica A Distanza) o per i lavoratori costretti a casa in smart working. Lo step successivo sarebbe quindi quello di garantire il 5G.
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L’Italia accoglie a braccia aperte la nuova tecnologia 5G. Nella speciale classifica che vede la diffusione della nuova tecnologia 5G nel mondo, il Belpaese si piazza in quarta posizione alle spalle di USA, Cina Giappone e Corea Sud. Possiamo quindi dedurre, che l’Italia sta facendo grandi passi avanti per quanto riguarda l’introduzione della nuova tecnologia.
Ma non è tutto oro quel che luccica: se da un lato il 5G si sta facendo largo, dall’altro l’Italia pecca in quanto a digitalizzazione: secondo il recente report della DESI, l’organo della Commissione Europea che monitora il progresso digitale degli Stati membri, l’Italia si posiziona al 25° posto in quanto a digitalizzazione e al 17° per connettività (sopra i 100 Mbps). Questo quindi fa capire che il paese sta marciando a due velocità con zone all’avanguardia e altre molto arretrate, in quanto a digitale. La paura è che questo Gap non sarà velocemente colmato e anzi, l’introduzione del 5G ricalcherà l’attuale situazione.
Bisogna affrontare immediatamente la questione digitale, trovando soluzioni che possano garantire ad aziende e cittadini il servizio internet che sia di livello, almeno, europeo. Ma quali sono gli interventi necessari per colmare il gap con gli altri paesi? L’attuale governo ha individuato 5 punti su cui si focalizzerà per pareggiare il livello di digitalizzazione con quello degli altri paesi:
• Sviluppo di una rete 5G affidabile
• Connettere tutto il paese con la rete in fibra ottica da nord a sud
• Investimenti nel campo della robotica, dell’AI (Intelligenza Artificiale), e servizi in cloud
• Aumento della cybersecurity
• Promozione dei pagamenti digitali per le transazioni online
C’è poi la questione legata alle competenze digitali del paese. Se da un lato la DESI ci posiziona in basso alla classifica in quanto a digitalizzazione, dall’altro bacchetta anche la popolazione italiana a causa delle scarse competenze in ambito digitale. Questo dato è evidenziato dallo scarso utilizzo dei servizi online, compresi quelli messi a disposizione dalla Pubblica Amministrazione: solo il 74% degli italiani utilizza abitualmente internet per i servizi di e-governament.
A confermare il trend negativo, ci sono anche le aziende che tardano a utilizzare tecnologie come cloud o big data, che da sole potrebbero far crescere notevolmente la loro competitività. È evidente a questo punto che il 5G da solo non basta: servirebbe anche un programma dedicato ai cittadini, in grado di incrementare le loro competenze.
Prima di affrontare il tema 5G, il governo italiano è alle prese con la spinosa e annosa questione della rete unica in grado di garantire la fibra su tutto il territorio nazionale. Solo a seguito di questa grande opera, si potrà mettere sul piatto la questione 5G in ogni Regione. Anche perché con l’attuale situazione, si potrebbe rischiare di creare un ulteriore solco tra una parte del paese con le nuove tecnologie e l’altra senza nemmeno la connessione dati fibra.
Multinazionali e grandi aziende italiane del settore delle telecomunicazioni, sono gli attori principali di una diatriba che ha condotto il paese ad una situazione di stallo, per la quale il governo sta cercando di porre rimedio per ridare slancio al progetto connettività.
Al momento non è dato sapere quando e come sarà sbloccata la vicenda. Di positivo ci son le buone intenzioni del governo italiano, che speriamo si tramutino presto in dato di fatto: durante il lockdown sono emersi i problemi di digitalizzazione che hanno ostacolato per molti la DAD, per le aziende competitività e produttività.
Ma se da un lato il governo sta lavorando per l’introduzione delle nuove tecnologie per digitalizzare il paese con una connessione sempre più veloce, con risultato una maggiore competitività delle imprese italiane, dall’altra si deve registrare la resistenza da parte di alcuni comuni e parte dell’opinione pubblica, all’introduzione del 5G.
Sono molti i comuni italiani che si sono espressi in maniera negativa all’introduzione del 5G sul loro territorio. I motivi sono legati alle numerose fake news diffuse da qualche mese, soprattutto durante il lockdown, relative a fantasiosi problemi di salute causati dalle emissioni elettromagnetiche delle antenne 5G, che qualcuno ha anche associato alla diffusione del Covid-19.
La resistenza dei comuni e soprattutto dei comitati cittadini contrari alla nuova tecnologia, non è assolutamente da trascurare, in quanto rischia di rallentare l’introduzione del 5G in Italia che di conseguenze, non farebbe altro che aumentare il Gap tecnologico. Come ovviare? Sicuramente servirà argomentare in maniera seria e strutturata quella che è la realtà dei fatti, diffondente informazione che alimenti notizie vere e fondate, in modo da contrastare la falsa informazione che ha preso piede negli ultimi mesi.
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