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10 miliardi di neuroni, ricreati in un computer

È il punto più avanzato della ricerca infinita dell’uomo per ricreare il computer più potente del mondo: il cervello umano.
La straordinaria immagine che vedete è la sintesi di un lavoro incredibile: la riproduzione di 10 miliardi di neuroni in un super computer. Il risultato è stato raggiunto da IBM all’interno del programma Systems of Neuromorphic Adaptive Plastic Scalable Electronics (SyNAPSE), del Darpa, l’istituto di ricerca del ministero per la difesa USA che si occupa di ricerca pura.
L’obiettivo è il sogno che arriva dall’origine della tecnologia: creare il primo computer cognitivo, in grado di ragionare; talmente sofisticato da essere in grado non solo di fare calcoli, ma di prendere decisioni, insomma che possa riprodurre pienamente la macchina perfetta: il cervello umano.
IBM ha dichiarato di aver raggiunto l’obiettivo richiesto dal Darpa, ovvero creare un computer con 10 miliardi di neuroni con il sistema “TrueNorth” che gira sul secondo più veloce supercomputer del mondo on il Lawrence Livermore National Lab (LBNL) Blue Gene/Q Sequoia, con 96 rack (1.572.864 cores, 1.5 PB di memoria).

IBM and LBNL hanno raggiunto un risultato senza precedenti con 2.084 miliardi di neurosynaptic cores* che contengono 53×1010 (530 miliardi) di neuroni and 1,37×1014 (100 trillioni) di sinapsi che funzionano “solo” 1.542 volte più lente rispetto alla realtà di un cervello.

Nell’immagine si può osservare una rete di cores neurosinaptici derivata dall’osservazione del cervello di una scimmia. I cores sono posizionati nello spazio ispirandosi sempre al posizionamento delle varie regioni nel cervello dei primati. Ogni punto nell’immagine rappresenta un core e le linee e gli archi sono i collegamenti tra i cari cores neurosinaptici.


10 miliardi di neuroni, ricreati in un computer - Ultima modifica: 2012-11-20T07:31:31+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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