Le risposte di Zuckerberg al Congresso USA per la sua testimonianza sono state spesso delle scuse, molte volte generiche, ma alcune hanno suscitato grande clamore. Ecco i passaggi principali della testimonianza di Zuckerberg durata 5 ore.
La testimonianza di Mark Zuckerberg davanti al Congresso americano è durata 5 ore, tante le domande, alcune proprio basilari sul funzionamento di Facebook, altre che hanno suscitato grande clamore.
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Perché Zuckerberg ha testimoniato al Congresso Americano
Il social network è sotto accusa per l’utilizzo dei dati personali dei suoi utenti: l’ultimo caso riguarda la fuga di informazioni arrivata dall’agenzia inglese Cambridge Analytica, ma in passato Facebook è stato coinvolto in operazioni poco chiare riguardanti le elezioni americane e altri eventi politici
Per questo il Congresso degli Stati Uniti ha deciso di convocare Zuckerberg per una testimonianza.
Zuckerberg al Congresso Usa si è soprattutto scusato
Davanti a un comitato composto perlopiù da politici avanti con gli anni (qualcuno di loro è stato addirittura in chiara difficoltà nel pronunciare la parola Facebook dimostrando di certo di non essere degli esperti del campo), l’inventore di Facebook ha rilasciato risposte sommarie e spesso di scuse.
Qui la testimonianza integrale di Zuckerberg con il discorso completo in italiano, mentre a questo link trovate il video
Le risposte di Zuckerberg al Congresso USA
“Stiamo lavorando a questo problema e abbiamo in programma di cambiare la nostra condotta” è stata la risposta standard che Mark Zuckerberg ha dato ai suoi interlocutori nei primi minuti dell’udienza. Infatti le prime questioni hanno riguardato soprattutto la condivisione dei dati con le aziende che investono in Facebook.
Zuckerberg: “Facebook è gratis, deve accettare la pubblicità”
“Facebook è gratis e per far sì che resti così dobbiamo accettare di avere delle pubblicità e dare possibilità alle aziende di fare advertising sulla nostra piattaforma – ha risposto – una settimana fa abbiamo cambiato le nostre regole sulla pubblicità e sui dati che le app e le aziende possono estrarre dagli account personali. Quando ci si iscrive a Facebook esiste sempre l’opzione di non condividere nulla con nessuno”.
“Anche se si tratta di troll russi?” è stata la domanda diretta e quasi impertinente di un senatore che ha finalmente smosso le acque dopo i primi minuti dell’interrogazione.
“Noi facciamo del nostro meglio per controllare gli account” ha risposto l’ex studente di Harvard.
Come Facebook controlla le aziende che fanno pubblicità
“Come controllate le aziende che comprano pubblicità su Facebook?” gli è stato poi chiesto.
A questa domanda Zuckerberg ha nuovamente ribattuto con una frase generica, specificando che da sempre la sua azienda controlla ogni ditta che acquista pubblicità sulla piattaforma e che in futuro la selezione sarà ancora più dura.
Facebook è un monopolio?
“Lei pensa di esercitare un monopolio?” è stata una delle prime domande che ha provocato qualche sussulto nella sala.
“No, non penso sia così” è stata la risposta calma e quasi sorniona di Zuckerberg.
Zuckerberg al Congresso Usa: continue scuse
Zuckerberg nelle sue risposte al Congresso ha continuato a scusarsi per non aver proibito a Cambridge Analytica di raccogliere i dati, ma ha continuato a sostenere come ogni utente accetti di condividere le sue informazioni una volta iscritto a Facebook.
“I contratti online non sono letti dalla persone comuni” ha sottolineato il senatore Blunt che ha poi aggiunto: “Non credo che cambierete mai il vostro business model a meno che non ci siano delle leggi che vi costringono a farlo”.
In entrambi i casi Zuckerberg ha solo fatto un cenno di assenso senza proferire parola.
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Facebook e il problema dell’Hate Speech
“Che cos’è l’hate speech?” ha domandato il senatore Coons in quella che sembrava quasi la richiesta di uno studente curioso quando si ha a che fare con un professore importante.
“Questa è una domanda molto difficile. Non so definirlo. E sul ruolo dei social media riguardo la vita dei teenager, comprendo la preoccupazione dei genitori” ha concluso Zuckerberg non dando delle vere risposte, anche se i quesiti erano al di fuori dall’interesse parlamentare.
Aggiornamento – Facebook raccoglie i dati anche delle persone non iscritte
Nella seconda testimonianza al congresso americano Zuckerberg ha ammesso che Facebook raccoglie dati anche sulle persone non iscritte al social network.
Quando gli utenti caricano la propria rubrica su Facebook, per cercare ad esempio i propri amici, Facebook conserva questi dati come numero di telefono ed email, se ritrova lo stesso numero di telefono o la stessa email nella rubrica di un altro utente mette insieme le altre eventuali informazioni correlate a questi dati come ad esempio una foto della persona e crea così dei profili anche delle persone non iscritte.
In arrivo leggi per regolare Facebook
Sembra certo che ora il Congresso USA voglia varare nuove leggi per regolare il funzionamento di Facebook e imporre maggiore chiarezza sull’utilizzo che fa dei dati degli utenti.
Andrea Indiano – USA