I chatbot spiegati da chi li produce e i dati sulla diffusione

I chatbot sono una delle grandi innovazioni nel modo do comunicare, soprattutto con le aziende.   I più famosi sono i chatbot Facebook, anche perché sono i più diffusi. Ma cosa sono i chatbot? A cosa servono e soprattutto quanto sono diffusi?

Al giorno d’oggi sempre più persone utilizzano applicazioni di messaggistica. La messaggistica è anche il metodo preferito per contattare un’impresa, rispetto alle e-mail e al telefono. E tutti questi fattori hanno contribuito ad alimentare il recente boom dei chatbot anche in Italia.

Tutti i dati sulla diffusione dei Chatbot

Un Report racconta questo business partendo da chi li produce e fare una panoramica sul clima e le tendenze di questo settore.

A cosa servono i chatbot e quanto sono diffusi

Il 60% dei publisher di chatbot sta guadagnando grazie ai propri bot. Le sottoscrizioni premium sono il modello di reddito più popolare, nel quale gli utenti pagano i chatbot per ottenere servizi specifici, come la gestione di un calendario, ad esempio.
E da qui derivano le entrate della piattaforma. I chatbot esistono su piattaforme come Slack e guadagnano soldi fornendo servizi per l’aumento della produttività e la collaborazione. Un altro modo per fare soldi è il commercio conversazionale. Le marche creano bot e interagiscono con gli utenti via Messenger o WeChat per informare i clienti sulle offerte o per indurre all’acquisto, ma è singolare che questi bot non rendano quanto previsto.

Chatbot in continua crescita

L’85% dei publisher di bot dichiarano che la loro base di utenti sia in continua crescita mensile. Oltre a questo più del 50% degli utenti vengono mantenuti, sempre su scala mensile. La maggior parte di questi mantengono i loro utenti tra il 30 ed il 50% al mese.
Circa un terzo degli utenti di chatbot viene coinvolto con l’uso dei bot dopo 30 giorni.
Un procedimento più veloce di quanto non lo sia stato per le applicazioni. Un grande vantaggio è che i bot possono essere costruiti su piattaforme in cui gli utenti sono già esistenti, quindi non è necessaria alcuna applicazione separata. Piattaforme come Facebook, Slack e Skype hanno milioni di utenti giornalieri, quindi risultano essere quelle per le quali sono stati creati più bot.

I costruttori di bot che operano sin dagli inizi dello sviluppo di questi strumenti hanno fatto sì che queste piattaforme acquisissero utenti. La sfida consiste nel mantenerli anche dopo che l’euforia iniziale è scomparsa. Ciò dovrebbe corrispondere al miglioramento costante delle capacità di intelligence e di conversazione.

Sempre più intelligenti grazie all’AI

L’AI (intelligenza artificiale) stessa è un po’ ai margini delle attuali piattaforme di chatbot, ma sta entrando rapidamente, ciò comporta che si intraprendano conversazioni innaturali. E nonostante i progressi dell’AI, sono indispensabili degli ottimi ingegneri e psicologi per continuare a migliorare le esperienze di conversazione dei bot.

Mancano le competenze per costruire chatbot

L’82% dei publisher di bot ritiene che ci sia una scarsa disponibilità di risorse necessarie per le competenze come il NLP (Natural Process Language) e il Machine Learning. Inoltre, il 30% di questi sente che queste competenze siano difficili da formare.
L’industria dei chatbot dovrebbe essere matura nell’arco di 5 anni.
A questo punto ci si aspetta che ci siano diversi giocatori per ogni categoria, ma i grandi giganti tecnologici odierni dovrebbero dominare. Ci si può aspettare molte acquisizioni legate all’AI, continuando con la tendenza che abbiamo già sperimentato.

Meglio i chatbot degli assistenti vocali

Sorprende che i publisher di chatbot non credano negli assistenti vocali e che non li ritengano poi così importanti per il futuro. E ciò avviene in contrasto con gli investimenti da parte di Amazon, Google ed Apple. I bot che dovrebbero andare per la maggiore sono quelli basati sul linguaggio naturale (il 45% ritiene che sia così) mentre nella voce crede solo l’1.5%.

Il momento migliore per creare chatbot

I bot hanno avuto sicuramente avuto un ottimo inizio e sono stati sostenuti principalmente dalle piattaforme con una grande base di utenti. Molti di loro stanno ottenendo profitti, ma è in crescita anche la richiesta di buone risorse. Questo è il momento migliore chi aspira ad entrare in questo business per farsi avanti.


I chatbot spiegati da chi li produce e i dati sulla diffusione - Ultima modifica: 2017-04-21T09:19:02+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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