La Germania punta ad eliminare l’ hate speech, l’incitamento all’odio online, con una legge che impone multe salatissime ai social media che non riescono a rimuovere i messaggi offensivi entro 24
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Hate Speech: fino a 50 milioni di multa in Germania
Con il 1° gennaio in Germania è scaduto il termine di clemenza ed è entrato pienamente in vigore un insieme di regole severe atte a sanzionare i principali social network e affini, come Facebook, Twitter e YouTube, con multe fino a 50 milioni di euro, qualora non vengano rimossi post contenenti elementi d’incitamento all’odio entro 24 ore dalla ricezione di un reclamo.
La nuova legge per combattere hate speech, l’incitamento all’odio e fake news, che è stata approvata a giugno, è entrata in vigore formalmente a ottobre, ma le società hanno avuto tempo fino all’1 gennaio per prepararsi. La legge impone alle aziende di mantenere una “procedura efficace e trasparente per trattare i reclami” che gli utenti possono effettuare in qualsiasi momento.
Dopo aver ricevuto un reclamo, le società di social media devono rimuovere o bloccare “contenuti ovviamente illegali” entro 24 ore, anche se hanno fino a una settimana quando si tratta di “casi complessi”.
La regola esemplifica bene il nuovo trend che le aziende che si occupano di social media devono affrontare a partire dal 2018 e oltre. I giganti della tecnologia sono adesso sottoposti a controlli, mentre sono alle prese con la loro dimensione e la loro influenza a livello globale e ci sono nuove minacce al loro operato per via di nuove regolamentazioni da parte dei governi di tutto il mondo. Negli Stati Uniti, ad esempio, i legislatori hanno preso una posizione più dura nei confronti di queste aziende da quando agenti russi hanno abusato dei siti dei principali social media per influenzare le elezioni presidenziali del 2016.
L’enorme quantità di contenuti che incitano all’odio, in particolare, è un problema crescente per tali siti. A giugno Facebook ha sostenuto di rimuovere 66.000 post di questo tipo ogni settimana. La società ha affermato che intende fare di meglio, ma ha sottolineato che il compito non è facile. Il mese scorso Facebook ha implementato nuovi strumenti per cercare di frenare gli abusi che avvengono sulla sua piattaforma: una nuova funzionalità, ad esempio, cerca di fare in modo che quando blocchi qualcuno che ti sta molestando, la persona non può semplicemente creare un nuovo account e continuare con le molestie; lo strumento funziona analizzando vari segnali, come l’indirizzo IP della persona.
Sempre il mese scorso, Twitter ha intensificato la lotta all’ hate speech, rafforzando i propri sforzi con una regolamentazione aggiornata che vieta alle persone di promuovere la violenza e l’odio nei loro nomi utente e bio e che minaccia di chiudere gli account degli utenti che twittano incitando all’odio, inclusi simboli e immagini.
Il governo tedesco non è l’unico che desidera vedere un rinnovato impegno più profondo dei social media nel combattere i crimini d’odio (hate speech, fake news, incitamento all’odio) infatti l’Unione Europea, pur avendo notato un miglioramento degli sforzi in tal senso nel 2017 da parte di Facebook, Twitter e YouTube e Microsoft, ha spronato a un rinnovato impegno in tal senso al fine di combattere l’incitamento all’odio e gli abusi online.
Un portavoce di YouTube ha di recente affermato che la piattaforma è decisa a “essere parte della soluzione dei problemi relativi all’ hate speech e all’incitamento illecito all’odio e ai contenuti dal tenore estremista, sia in Germania, che nel mondo” e che continueranno a investire a tal fine e a porre in essere tutti gli interventi necessari, inclusi quelli richiesti dalla nuova legislazione tedesca in merito.
Le critiche crescenti a livello globale hanno, inoltre, imposto a Facebook di essere più “introspettivo” in merito ai potenziali effetti negativi che la piattaforma può avere sul benessere delle persone e, lo scorso mese, ha difatti affermato che il proprio social network può sortire un effetto negativo sulla psiche delle persone che scorrono passivamente e in isolamento i contenuti che vi si trovano. L’azienda ha introdotto lo scorso mese un comando di “stand-by” di fatto per permettere di ignorare eventuali amici fastidiosi per 30 giorni.
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