Tutti ce lo siamo chiesti “Cosa sa Facebook di me”?
Una nuova estensione di Chrome che si chiama Data Selfie rivela una serie di informazioni che Facebook possiede su di voi, su tutti noi.
Se vi dessero la possibilità di prendere le misure alle informazioni sul vostro conto, tra tutte quelle presenti online, che cosa scoprireste e cosa non sapete di aver già condiviso? Ecco il presupposto da cui è partita la nuova applicazione, creata dagli sviluppatori Hang Do Thi Duc e Regina Flores Mir. L’applicazione offre agli utenti la possibilità di scoprire quale sia l’impronta che viene lasciata in Rete postando e interagendo via Facebook, rendendo in questo modo i meccanismi nascosti del social per raccolta dei dati, almeno un po’ più trasparenti.
Indice dei contenuti
Data Selfie raccoglie i dati sulla base dei post sui quali cliccate, su quelli che condividete, su quello che digitate, su quello che guardate e per quanto tempo lo fate. Sulla base di queste informazioni, l’applicazione stila un profilo personale utilizzando sia i meccanismi intuitivi del supercomputer Watson di IBM che l’algoritmo di machine learning Apply Magic Sauce, mostrando infine un data selfie.in questo modo si può rispondere alla famosa domanda: “Cosa sa Facebook di me ?”.
In nome della trasparenza e della privacy, tutti i codici di Data Selfie sono su Github e tutti i dati che raccoglie su di voi verranno memorizzati sul vostro computer personale (se selezionerete la voce “importa i dati”).
Le diverse sezioni di Data Selfie sono organizzate in riquadri, ognuno dei quali fornisce precise informazioni riguardo a: orientamento politico, religione, alcune delle relazioni che avete con ciò che accade nel mondo.
Basterà scaricare l’applicazione, aprire una nuova scheda tenendo il sito Facebook aperto e potrete esplorare le vostre attività. Nel frattempo apparirà un counter che mostrerà la permanenza per ciascuna pagina. Una volta tornati nella scheda di Data Selfie inizierete a scoprire chi sono i vostri 10 migliori amici via social e quali siano le 10 pagine che visitate più frequentemente, stimate sulla base del tempo che trascorrete tra quei post.
Visualizzerete inoltre due liste, una delle parole chiave e una che riguarda le persone e personaggi, ma anche organizzazioni. Entrambe vengono catalogate in termini di rilevanza e di reazioni – sia positive che negative – ad esse collegate.
Data Selfie mostra così una sorta di panoramica generale di quello che domina tra i contenuti con i quali vi siete intrattenuti, stilando un profilo – sotto forma di grafico – che mostra i vostri 5 tratti della personalità, che sono misure comunemente utilizzate in psicologia: l‘apertura, coscienziosità, estroversione, gradevolezza e la gamma emotiva.
Data Selfie, i dettagli
Una volta che avrete scaricato l’applicazione occorrerà qualche giorno, o almeno qualche ora di utilizzo del social, per avere un’idea più precisa su quel che vi riguarda, tenendo presente che l’algoritmo non ha valenza retroattiva. Le informazioni raccolte dall’algoritmo potrebbero venire influenzate, ad esempio, dalle pagine dei quotidiani che leggete, dai vostri like su post di organizzazioni schierate esplicitamente, ma anche sulle pagine straniere con cui interagite più spesso.
Dopo qualche giorno di utilizzo scoprirete che spesso le tracce che lasciamo in Rete non corrispondono fedelmente a chi si è e a come si vive nella vita reale, e potrebbe incuriosirvi scoprire ciò che Facebook deduce o ritiene di sapere su di voi, la risposta alla domanda fondamentale Cosa sa Facebook di me, potrà sorprendervi. Ovviamente i sistemi di tracking di Facebook sono avanzatissimi e nemmeno paragonabili a quelli più spartani di Data Selfie, ma l’utilizzo rende bene l’idea.
Il punto è che “Data Selfie non deve essere accurato al 100%” secondo Flores Mir “fornisce soltanto un accenno di tutto quello che potreste aver lasciato in giro per la rete con i vostri like, le vostre condivisioni e la vostra partecipazione. Noi volevamo unicamente rivelare il modo in cui avvengono i processi di raccolta dati”.
Flores Mir sostiene, grazie a Data Selfie, di aver potuto rivalutare la sua stessa identità in Rete. Ad esempio, lei è una fervida attivista ambientale, ma non lascia alcuna traccia di questo impegno ecologista mentre trascorre del tempo su Facebook, e a tale proposito, Do Thi Duc si chiede se la mancanza di controllo sulle informazioni raccolte possa portare persino allo sconforto di alcuni, che potrebbero sentirsi sopraffatti non solo da tutto quello che Facebook sa, ma anche tutto quello che possiede.
Chi ha testato Data Selfie si è ritrovato a trascorrere meno tempo sia su Facebook che su Google, saltando di browser in browser e affidandosi ai sistemi VPN per accrescere la propria privacy.
Sebbene Data Selfie sia stata lanciata come un modo intelligente per mostrare alla gente la differenza tra le abitudini digitali e i valori nella vita reale, aiuta anche a far porre domande decisive sul tracciamento dei dati, sulla privacy e sul controllo delle informazioni.
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