Microsoft sta lavorando a una nuova generazione di modelli di intelligenza artificiale, chiamata MAI, con l’obiettivo di affiancare e in parte sostituire quelli di OpenAI, per noi italiani la scelta del nome non è proprio felicissima… ma forse questo a Redmond non se lo sono chiesto.
La notizia conferma che il gruppo guidato da Satya Nadella sta accelerando sulla creazione di sistemi proprietari per ridurre la dipendenza dal partner che, negli ultimi anni, ha fornito i modelli più avanzati utilizzati nei prodotti Copilot, Bing e nelle soluzioni cloud di Azure.
Secondo le indiscrezioni del magazine The Information, i modelli MAI sono già in fase di test e sono stati impiegati in alcune versioni sperimentali di Copilot, con prestazioni definite “molto vicine” a quelle dei modelli più recenti di OpenAI. Il progetto è coordinato da Mustafa Suleyman, ex co-fondatore di DeepMind e Anthropic, ora a capo della divisione AI di Microsoft, con un team dedicato al potenziamento della capacità di “reasoning”, cioè la possibilità per l’intelligenza artificiale di ragionare in modo articolato e logico, gestendo problemi complessi attraverso una sequenza di passaggi coerenti e motivati.
L’obiettivo non è solo quello di affiancare i modelli di OpenAI, ma di garantire maggiore flessibilità a Microsoft, riducendo i costi di licenza e ampliando le possibilità di personalizzazione delle proprie soluzioni AI. Già a dicembre 2023, Reuters aveva anticipato che Microsoft stava lavorando a modelli alternativi da affiancare a GPT-4, tra cui Phi-4, un modello più piccolo e pensato per operazioni più leggere e rapide. La volontà di diversificare il portafoglio AI si riflette anche nell’interesse mostrato verso modelli sviluppati da altre aziende, come Meta, xAI e DeepSeek, esaminati per possibili integrazioni future.
Rispetto ai modelli generalisti più diffusi, i MAI puntano a distinguersi per la capacità di ragionamento complesso e per la produzione di risposte che non siano semplici output, bensì vere e proprie catene logiche trasparenti, un aspetto cruciale in contesti come la diagnosi medica, la ricerca scientifica, l’automazione industriale e la gestione del rischio finanziario.
Nonostante questi sviluppi, la collaborazione tra Microsoft e OpenAI resta solida. L’accordo, che lega le due aziende almeno fino al 2030, ha permesso a Microsoft di integrare GPT-4 nei principali prodotti e di posizionarsi come leader nell’offerta di soluzioni AI per le imprese. Nel gennaio 2023, al momento del rinnovo della partnership, Satya Nadella aveva sottolineato come l’obiettivo comune fosse quello di democratizzare l’intelligenza artificiale e renderla una piattaforma alla portata di tutti. Anche Sam Altman, CEO di OpenAI, aveva ribadito l’importanza della collaborazione, definendo “straordinari” gli ultimi tre anni di lavoro insieme.
Eppure, la volontà di Microsoft di sviluppare un proprio ecosistema AI è chiara. Lo ha confermato anche la CFO Amy Hood durante la conferenza Morgan Stanley TMT del marzo 2025, parlando di una flotta flessibile di modelli, pronta a coprire ogni esigenza e scenario d’uso. Una strategia che segue una tendenza ormai comune tra le big tech, impegnate a costruire una gamma ampia di modelli proprietari e a esplorare collaborazioni diversificate per evitare di restare legate a un unico fornitore.
In un mercato dell’intelligenza artificiale sempre più frammentato e competitivo, la mossa di Microsoft punta a rafforzare la propria indipendenza tecnologica e a mantenere una posizione di forza, combinando lo sviluppo interno con partnership chiave. Un equilibrio che, nel tempo, potrebbe ridefinire gli assetti di un settore in rapida evoluzione.
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