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Xeon E7 v2, il processore per i Big Data

Si chiama Intel Xeon E7 v2 e nasce per analizzare la mole immensa di dati che le aziende stanno raccogliendo.

di Lino Garbellini

In epoca di Big Data servono processori in grado di gestire l’enorme mole di dati che l’azienda immagazzina e gestisce ogni giorno, necessità di elaborazione che il cloud ha reso ancora più importanti.
Intel per offrire gli strumenti in grado di gestire in ambito business quest’analisi in tempo reale dei dati generati da Internet e dagli utenti mobile, ha creato la famiglia Xeon E7 v2, a tre anni di distanza dalla famiglia v1. Questi nuovi processori supportano l’analisi rapida di grandi set di dati diversificati e forniscono risposte in tempo reale.
Le prestazioni della famiglia Xeon E7 nella nuova versione sono superiori dell’80% circa (stando a quanto dichiarato dall’azienda di Santa Clara), con costi di gestione ridotti per le aziende di oltre due terzi. La larghezza di banda di I/O invece è quattro volte superiore rispetto alla precedente generazione.

VANTAGGIO COMPETITIVO
Nella nostra epoca avere i software e le macchine in grado di analizzare grosse moli di dati e fornire risposte e analisi fruibili è una carta vincente in molti settori del business, dalle assicurazioni e le banche fino ai customer care. Lo scopo è generare profitto proprio partendo dalle informazioni ricavate da analisi mirate di dati diversificati.
“Le organizzazioni in grado di sfruttare i dati per ottenere rapidamente informazioni otterranno un enorme vantaggio nell’economia attuale”, ha dichiarato Diane Bryant, Senior Vice President e General Manager del Data Center Group di Intel. “Le prestazioni avanzate, la capacità della memoria e l’affidabilità offerte dalla famiglia di processori Intel Xeon E7 v2 permettono alle organizzazioni IT di ottenere analisi in tempo reale di grandi set di dati, in modo da individuare e sfruttare nuove tendenze, creare nuovi servizi e ottenere efficienza aziendale”.
Per avere un’idea del fenomeno, stando a quanto dichiarato da Intel, il mercato della tecnologia e dei servizi per i big data è destinato a crescere del 27% all’anno fino a raggiungere 32,4 miliardi di dollari nel 2017.

APPLICAZIONI IN ANTEPRIMA IN ITALIA
A sperimentare la nuova piattaforma nel nostro paese, una delle prime società è stata Telecom Italia Information Technology che gestisce 11 datacenter con oltre 25.000 server fisici.
L’azienda è impegnata in una migrazione di parte dei servizi gestiti, da ambiente Unix a Linux. Grazie alle nuove Cpu Intel e alla relativa capacità d’elaborazione, Telecom Italia Information Technology ha raddoppiato il numero di core virtuali a disposizione su ciascun server rispetto alla precedente generazione Xeon E7 v1. L’utilizzo della famiglia Xeon E7 ha consentito all’azienda italiana anche consumi più contenuti e un discreto risparmio di metricubi nelle server farm.
Anche Telecom Italia Digital Solutions ha adottato in anteprima la nuova famiglia Xeon E7 v2, ottenendo come risultato un incremento delle prestazioni dei servizi virtualizzati.
L’ultima delle tre società ad approfittare prima degli altri delle prestazioni della nuova famiglia Intel è stata UnipolSai che ha inserito i processori nell’ambiente di produzione, impiegandoli nell’estrazione di dati da un database (con prestazioni migliorate del 40%) e elaborazione di alcune operazioni in batch svolte dai sistemi, riduzioni dei tempi di quasi il 30%.


Xeon E7 v2, il processore per i Big Data - Ultima modifica: 2014-03-05T09:04:39+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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