Nel Decreto Rilancio è stato introdotto un fondo per sostenere chi progetta e sviluppa videogiochi commerciali. Un settore dove nel mese di marzo 2020 si sono realizzate cifre da record, anche grazie alla pandemia da COVID-19. Per sintetizzare, 10 miliardi di dollari di fatturato, + 11 per cento rispetto a un anno fa. Risulta alquanto strano con tutti i problemi che l’Italia deve affrontare pensare ad un fondo ad hoc per sostenere un settore già di suo performante. Eppure una sua logica potrebbe averla ed è giusto riportarla.
Si chiamerà First Playable Fund, un fondo che nel nome richiama l’espressione “prima versione giocabile”, intendendo che i soldi andranno ai prodotti nella loro fase embrionale. Ed è proprio questo il nodo. Il fondo è stato pensato per sostenere lo “sviluppo”. Quindi la creazione del videogioco. Cita il testo nel Decreto Rilancio: “Il videogioco è un’opera complessa, che richiede un’ampia gamma di profili professionali altamente specializzati: game designer, programmatori, artisti, designer di interfacce, grafici 3D, grafici 2D, animatori, compositori, ingegneri del suono, tester, traduttori, doppiatori, ecc. Il prototipo di un videogioco rappresenta la prima versione giocabile dell’opera, contenente le funzionalità di base e distintive del prodotto finito. È lo strumento attraverso il quale le imprese del settore possono presentare il loro progetto di sviluppo a editori e/o investitori per ottenere finanziamenti necessari per la successiva produzione del prodotto finale e per la sua distribuzione sul mercato internazionale”.
Presso il ministero dello Sviluppo Economico, ci saranno 4 milioni di euro nel 2020, da distribuire nelle forma di contributi a fondo perduto per coprire il 50 per cento delle spese. E per un ammontare compreso dai 10.000 euro e 200.000 euro per singolo prototipo di videogioco.
Vengono specificate le spese ammissibili, includendo le voci di costo che incidono maggiormente per la realizzazione del prototipo, ovvero il personale dell’impresa, le commissioni esterne, le attrezzature hardware, le licenze software. Il videogioco viene distribuito al pubblico, attraverso canali di distribuzione commerciale diretta, digitali e/o fisici. Sono pertanto da ritenersi esclusi videogiochi sviluppati per committenti pubblici o privati, non destinati alla distribuzione commerciale. Strumenti simili esistono in Francia, Germania, Regno Unito, Canada, Danimarca e Polonia, specifica la nota illustrativa della norma.
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