Lo smartphone diventa un iPod grazie allo sviluppatore Tanner Villarete, Come? Con un esperimento che permette agli utenti di ascoltare la musica come su uno dei mitici dispositivi di Cupertino, collegando i propri account Spotify ed Apple Music.
Accedendo ai propri account Apple Music o Spotify si potrà navigare tra le proprie playlist e i brani preferiti esattamente come se li si stesse scegliendo dall’iPod, con la classica visualizzazione che rese celebre il dispositivo di Apple fino alla rivoluzione dell’iPod Touch che avrebbe mandato in pensione la famosa ghiera.
Per compiere un salto indietro negli anni 2000 basterà raggiungere questo sito e utilizzare la fedele versione digitale dell’iPod, con l’immancabile ghiera per scorrere il menù e le canzoni e il tasto centrale per selezionarle. Senza dimenticare l’interfaccia grafica 3D Cover Flow con cui passare in rassegna le copertine degli album. Villarete ha messo anche a disposizione il codice su GitHub in modo che il servizio possa essere migliorato.
Dal Menù di questo iPod digitalizzato è possibile anche accedere alla voce Giochi dove in realtà è disponibile solamente Brick. Il classico mini-game in cui bisogna far rimbalzare una pallina frantumando i mattoncini presenti. Il tutto utilizzando la ruota per muovere la barra sul lato basso dello schermo per impedire alla sfera di cadere.
Eppure se questa operazione nostalgia potrebbe piacere c’è chi afferma che guardare troppo lo schermo dello smartphone crea contagiosità. E se addirittura c’è la possibilità di far diventare lo smartphone un iPod figuriamoci quanto tempo passeremmo ancor di più davanti allo schermo.
A rivelarlo uno studio condotto da un team di ricercatori dell’università di Pisa e pubblicato sul Journal of Ethology. Si afferma quanto la mimica spontanea come il contagio della risata o dello sbadiglio, è un fenomeno biologico che accresce la familiarità tra i soggetti avendo un ruolo nello sviluppo delle relazioni sociali.
Ma in questo caso, sembra produrre un risultato opposto, poiché attivando la nostra necessità di usare il cellulare anche quando siamo in compagnia, ci allontaniamo dalla realtà che stiamo vivendo e veniamo traghettati verso una realtà completamente virtuale, anche se siamo circondati da persone fisiche. Per realizzare lo studio i ricercatori hanno osservato gruppi persone ignare della ricerca controllando il loro comportamento dopo essere stati esposti a due diversi stimoli.
In un caso gli sperimentatori prendevano il loro smartphone e lo manipolavano per almeno cinque secondi guardando direttamente lo schermo illuminato. Nell’altro eseguivano esattamente le stesse azioni, fatta eccezione per lo sguardo (e quindi l’attenzione), che non era diretto verso lo schermo illuminato, ma altrove.
Foto di Herbert Aust da Pixabay
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