La nascita dal nulla di un oggetto fisico ha qualcosa stupisce, quasi lascia increduli. Con stampa 3D un po’ di quella magia descritta da Steve Jobs è tornata a visitare il mondo della tecnologia. MakerBot è tra i principali artefici del successo di questo segmento grazie alla facilità d’uso e alla precisione dei suoi prodotti, anche dei più piccoli.
La stampa 3D ha qualcosa di magico, quella sensazione che la tecnologia ha fatto provare in passato: il primo notebook, il primo collegamento ad Internet… sono state innovazioni così radicali da stupire.
Oggi, dopo molto tempo in cui è mancata, questa sensazione di stupore torna con la stampa 3D. Poco importa che per realizzare un piccolo oggetto ci voglia un’ora, anche i primo collegamenti ad internet erano lenti.
Ricordo di avere impiegato mezza giornata a scaricare il primo video da Internet (1,4 MB) ma quando ci sono riuscito ero la persona più felice (e invidiata) del quartiere.
La diffusione su larga scala della stampa 3D è merito in gran parte di MakerBot, l’azienda fondata da Bre Pettis. Il grande successo di MakerBot dipende da 3 fattori: precisione, design della stampante e semplicità di utilizzo. Tutte queste qualità sono concentrate nella più piccola delle printer di questo produttore: la MakerBot Mini che è piccola solo nelle dimensioni e nel prezzo, per tutto il resto è esattamente come le altre, perché il mondo di MakerBot è fatto così: tutte le stampanti hanno lo stesso estrusore, tutte hanno lo stesso software. Non cambi quindi la precisione e la modalità di utilizzo e se dopo aver usato la mini si vuole passare alla gigantesca z18 per l’utente non cambia nulla.
Abbiamo portato la MakerBot Replicator Mini ad una fiera dedicata alla creatività e ho rivisto, dopo molti anni, facce sinceramente stupite davanti ad un prodigio tecnologico, persone che aspettavano anche 3 quarti d’ora per vedere l’oggetto completo. Non c’è bisogno dei dati degli analisti per capire che la stampa 3D cambierà il nostro mondo, perché di fatto lo ha già cambiato.
Le stampanti 3D stanno trovando grande successo anche in Italia, nel mondo dei makers certamente, ma ancora di più nelle aziende manifatturiere che le utilizzano per creare modelli e prototipi. Pico, che distribuisce il brand in Italia, racconta molte storie interessanti: prima la stampante viene presa per l’officina, poi la vogliono anche i progettisti e poi un’altra e un’altra ancora. Ogni ufficio vuole la sua per intervenire sui modelli, vederli realizzati, condividerli con le altri divisioni dell’azienda. Questo migliora rapidamente il prodotto e abbatte i costi di sviluppo, è facile quindi capire come mai i primi clienti della stampa 3D siano proprio le aziende.
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