L’iMac compie 20 anni, un’icona nel mondo dei computer: esistono pochi modelli di computer che hanno lasciato un segno indelebile nel settore, ma sicuramente si può annoverare l’iMac in tale elenco. Apple ha presentato il suo esclusivo desktop all-in-one in occasione di un evento speciale il 6 maggio 1998 ed è certo che il sistema abbia avuto un impatto duraturo sulla tecnologia in generale. Allo stesso tempo, l’iMac è stato anche un simbolo dello spirito culturale dell’epoca, anche per Apple stessa, mostrando come l’azienda si sia evoluta da un ruolo secondario in un mondo Windows a un colosso concentrato più sui telefoni che sui PC. L’iMac ha seguito un lungo percorso, ma vale la pena sottolineare quanto abbia cambiato l’industria tecnologica negli ultimi 20 anni.
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Il primo iMac potrebbe sembrare bizzarro oggi con il suo schermo CRT da 15 pollici, il minuscolo disco rigido da 4GB e lo styilng traslucido decisamente fine anni ’90, ma all’epoca era una piccola rivoluzione in praticamente ogni aspetto. Questo modello è stato un allontanamento dalle scatole beige che hanno definito la maggior parte dei progetti di PC, ed è stato progettato da zero per l’accesso a Internet in un momento in cui la funzione era ancora lontana dall’essere ubiquitaria e questo aspetto è la ragione iniziale della “i” di iMac. Ha anche contribuito a inaugurare l’era dell’USB. Sebbene l’USB fosse certamente disponibile prima di iMac, il passaggio completo di Apple a tali porte (combinato con il supporto dell’USB a partire da Microsoft Windows 98) spinse molte aziende a costruire periferiche USB e ad avviare rapidamente l’era del connettore universale.
Non è un segreto che l’iMac sia stato determinante per il ritorno in auge di Apple. Il suo successo commerciale ha rivitalizzato Apple dopo anni di errori di business, dandogli la possibilità di espandersi oltre alla linea di sviluppo finanziaria: Apple si sarebbe concentrata su facilità d’uso, semplicità e design da qui in poi. E ‘stato anche un momento fondamentale per la carriera del leggendario designer Jonathan Ive, è stato il progetto che ha cementato la sua reputazione per prodotti minimalisti ma memorabili.
Apple ha affrontato un problema difficile quando la linea iMac originale ha raggiunto il suo crepuscolo. Come si fa a dar seguito a un computer iconico quando la cosa che lo definisce nel design, il display a tubo catodico, diventa obsoleta? Per Apple, è stato semplice: progettare qualcosa di ancora più radicale rispetto al suo predecessore. L’iMac G4 del 2002 si ispirava a un girasole, inserendo il suo impressionante LCD da 15 pollici (i modelli successivi sarebbero saltati a 17 e 20 pollici) su un collo che permetteva al display di inclinarsi e ruotare, preservando il design all-in-one di Apple.
Non è stato un successo come il suo predecessore, poiché i prezzi elevati e le prestazioni dei chip PowerPC non lo hanno favorito. Tuttavia, è stato fondamentale per la strategia di hub digitale di Apple (in cui il Mac era il centro della creazione e della riproduzione dei media) e ha contribuito a stimolare concetti tecnologici, come l’editing casalingo dei filmati. Il dispositivo ha anche dimostrato che Ive non aveva paura di sperimentare ulteriormente, uno dei suoi tratti distintivi negli ultimi 20 anni.
L’iPod era a malapena in circolazione da qualche mese quando l’iMac G4 è arrivato ed è diventato il protagonista dello show nel 2005 – ed Apple voleva un computer che fosse un complemento perfetto per il suo popolare lettore musicale. L’iMac G5, un dispositivo all-in-one da 17 o 20 pollici ha preso in prestito più pagine dal “libro del design” dell’iPod. Il nuovo dispositivo ha finalmente proposto una maggiore velocità, tanto necessaria (Apple ha finalmente potuto disporre di CPU a 64 bit ragionevolmente veloci per una macchina domestica), ma ha anche introdotto il design distintivo del computer all-in-one che poggia su supporto unico, che Apple utilizza per gli iMac ancora oggi. I modelli successivi hanno anche aiutato a diffondere le webcam desktop e sono stati i primi esperimenti di Apple con gli hub multimediali attraverso la sua interfaccia Front Row.
Tuttavia, molti riconosceranno questo design per un’altra ragione: l’iMac è stata la prima macchina Apple in produzione basata su Intel. Il primo Mac basato su x86 era praticamente invariato all’esterno rispetto a un originale iMac G5, ma era più veloce e poteva fare cose inaudite per qualsiasi altro Mac, come il dual-boot di Windows.
Fino al 2007, i design di iMac avevano sempre una certa dose di fantasia applicata all’estetica, cosa che indicava che erano rivolti agli utenti domestici. L’iMac in alluminio ha cambiato tutto questo. Il suo design in metallo e vetro non era solo una reminiscenza dell’iPhone originale, ma decisamente più sobrio, come se fosse destinato all’ufficio. Anche il suo set di funzionalità rifletteva la scelta estetica. Oltre agli schermi più grandi da 20 e 24 pollici, l’iMac in alluminio reclamizzava processori dual-core e opzioni per mouse e tastiera wireless. L’iMac era chiaramente maturato molto nell’arco di un decennio.
In seguito i modelli in alluminio sono stati perfezionamenti rispetto alla formula base della versione del 2007, rispecchiano l’evoluzione sia del settore tecnologico più ampio che del ruolo di iMac sul mercato: stava diventando una macchina professionale entry-level in un periodo in cui laptop e smartphone stavano prendendo il sopravvento. L’iMac unibody (dal 2009 in poi) ha presentato un display da 27 pollici e processori quad-core, con modelli successivi che hanno contribuito a introdurre la porta Thunderbolt ad alta velocità di Intel. L’iMac del 2012, nel frattempo, simboleggiava la morte dell’unità ottica mentre le persone si rivolgevano ai servizi cloud e allo streaming video invece di masterizzare i dischi di backup e guardare DVD.
Nel 2014 il panorama informatico risultava chiaramente molto diverso rispetto a quello del 1998. Gli smartphone e i tablet stavano intaccando seriamente le vendite di PC e all’iMac è stato chiesto di adempiere a ruoli che sarebbero stati inimmaginabili per un all-in-one negli anni ’90, come il montaggio multimediale a livello professionale. L’iMac con Retina Display comprendeva uno dei primi schermi 5K sul mercato e con un prezzo aggressivo. Molti display standalone 5K al momento costavano più dell’intero iMac, rendendolo un vero affare per i creativi che reputavano la risoluzione professionalmente essenziale.
E se si ha ancora bisogno di prove di quanto radicalmente l’iMac e Apple siano cambiati in 20 anni, basta solo guardare l’iMac Pro. Rappresenta un’inversione quasi completa della strategia di Apple. Laddove il sistema del 1998 era stato progettato per essere accessibile ai principianti, l’iMac Pro è strettamente dedicato al lavoro che necessità di grande potenza tra il suo processore per workstation Xeon, la grafica a livello pro, l’archiviazione SSD e il suo prezzo iniziale già esorbitante. È lontano dall’essere un “computer per tutti“, come soleva dire Apple, ma è anche perché i computer stessi non sono più i dispositivi per tutti gli usi che erano in passato.
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