Ripresa la fase di test delle vetture con a bordo il sistema di guida autonoma di Uber: si ricomincia da Pittsburg, ma con regole più strette.
Dopo nove mesi dalla pesante battuta d’arresto, Uber può tornare su strada per testare i suoi veicoli a guida autonoma.
Lo ha deciso il Dipartimento dei trasporti della Pennsylvania, che ha concesso l’autorizzazione alla società di San Francisco di riprendere i test per la prima volta dopo il terribile incidente che ha riportato una vittima lo scorso marzo.
Un’auto Uber con sistema di guida autonoma era in test di sera per le strade dell’Arizona, quando ha investito una donna che cercava di attraversare la strada.
La vettura, però, non viaggiava da sola: a bordo, nel posto di guida, c’era una conducente di sicurezza che, distratta dal cellulare, non riuscì a riconoscere il pedone né ad evitare l’impatto.
Dopo una corsa in ospedale, la donna travolta purtroppo perse la vita in seguito alle gravi ferite riportate: Uber fu costretta a sospendere tutti i test su strada delle sue automobili a guida autonoma.
Successivamente, gli organi competenti stabilirono che Uber non era colpevole dell’incidente, in quanto il safety driver avrebbe potuto evitare l’incidente, ma era troppo preso dal cellulare per accorgersi del pedone: è stato riscontrato che la donna al volante aveva controllato il telefono 204 volte in soli 43 minuti di guida.
Solo ora un portavoce conferma che la richiesta dell’azienda di tornare su strada è stata accolta dalle autorità locali: Uber potrà riprendere i test per le auto a guida autonoma, ma dovendo sottostare ad alcune ulteriori norme di sicurezza.
In primis, la compagnia di trasporti automobilistici privati dovrà aumentare il numero di dipendenti a bordo dell’auto durante i test: non più una ma bensì due le persone sui sedili anteriori della vettura, per controllare al meglio la situazione, evitando distrazioni ed errori fatali.
Inoltre, le auto a guida autonoma firmate Uber effettueranno i test soltanto di giorno e con buone condizioni meteo, e saranno dotate di un sistema di frenata d’emergenza automatica sempre attivo, in modo tale da scongiurare eventuali impatti nel caso in cui i due dipendenti a bordo dovessero fallire.
Infine, Uber assicura un monitoraggio ancora più stretto dei suoi conducenti, per far sì che quanto accaduto a marzo non debba più ripetersi.
Iniziati nel 2016 in Pennsylvania, i test drive delle auto a guida autonoma di Uber riprenderanno il proprio corso da dove avevano cominciato: sebbene l’autorizzazione sia già stata rilasciata, dalla società fanno sapere che le automobili non sono ancora state immesse di nuovo su strada.
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