Arriva Google Hire, l’app per il lavoro che sfida LinkedIn

Con Google Hire, il gigante Internet sta puntando agli utenti G Suite esistenti, ovvero alle aziende già a bordo della piattaforma software cloud di Google – che include Gmail, il Calendario, Hangouts, Drive e  i Documenti –  per promuovere uno strumento che estende le funzionalità di G Suite nell’ambiente del recruiting, della ricerca de personale.

Già nel mese di aprile si era vociferato di Google Hire, ovvero quando Bebop – una startup fondata da Diane Greene, acquisita da Google nel 2015 per 380 milioni di dollari – ha iniziato a postare annunci di lavoro presso l’URL hire.withgoogle.com, ma pochi dettagli erano stati resi noti sul servizio fino ad ora.

Come funziona Google Hire

Hire consentirà ai recruiter di gestire annunci di lavoro, di ricevere moduli di candidature, colloqui e potenziali candidati. Si tratta di uno strumento “end-to-end” in grado di soddisfare uno specifico caso di utilizzo tra gli utenti di G Suite che già utilizzano i dispositivi di Gmail e Calendario per pianificare e gestire i colloqui di lavoro. Ad esempio, un’azienda potrebbe inviare un messaggio ad un candidato tramite l’app Hire oppure Gmail e i messaggi verrebbero sincronizzati automaticamente su entrambi i canali.

Pianificare i colloqui di lavoro

Google Hire consente anche di pianificare i colloqui con l’accesso diretto al calendario includendo automaticamente i dettagli chiave degli inviti, ad esempio, la pianificazione di un colloquio, i dettagli di un contatto per i candidati e le domande specifiche per ogni incontro.

Google Hire raccoglie i Feedback dai candidati

Altri casi di utilizzo includono la possibilità di ottenere feedback da ciascun candidato e addetto ai colloqui, così da poter visualizzare e analizzare i dati acquisiti dagli incontri.

Non è difficile intuire come Hire possa essere utilizzato come parte integrante di altri servizi di G Suite. Ad esempio, un colloquio potrebbe avvenire in remoto via Hangouts, con i dati dei candidati visibili in cima allo schermo affinché gli intervistatori possano esaminare i dati individuali in tempo reale.

Chiunque sia coinvolto nell’ambiente della ricerca de personale sa quanto tempo e quanto costoso questo processo possa essere. In uno studio pubblicato da Deloitte si è scoperto che le aziende statunitensi spendono in media 4,000 dollari per il reclutamento di ogni posizione e il costo include i colloqui, la pianificazione e la valutazione e che per occupare una posizione occorrano in media di 52 giorni. Hire non potrà sopperire ad ogni inefficienza di questo processo, ma ha come scopo è quello di rendere la vita un po’ più facile agli utenti di G Suite.

Un aiuto per attrarre i talenti

“Non è un segreto che attrarre i migliori talenti sia un fattore chiave del successo aziendale”, ha spiegato Berit Johnson, responsabile del prodotto Google Cloud, in un post sul blog.

Google Hire rappresenta l’ultima in una linea di servizi che Google ha lanciato specificamente il collocamento di lavoratori. Alla sua conferenza annuale per gli sviluppatori, I / O, che si è tenuta nel mese di maggio, il gigante del Internet ha rivelato il programma Google for Jobs, che consente alle aziende di pubblicare annunci di lavoro presenti sul web e di metterli insieme all’interno di Google Search. E il mese scorso Google ha accennato una collaborazione con Monster, Facebook, Glassdoor e altre piattaforme che permettono di cercare lavoro e ricevere avvisi su misura via posta elettronica.

L’idea arriva da una startup acquisita

Non è stato reso noto molto riguardo a Bebop nel momento in cui Google ha acquistato la startup nel 2015, ma si sapeva che stesse costruendo una “piattaforma di sviluppo che facilitasse la creazione di applicazioni aziendali” come ha spiegato il CEO di Google, Sundar Pichai. Un portavoce ha confermato che Hire incorpora le tecnologie ottenute dall’acquisizione di Bebop e che ha contribuito a modellare il prodotto.

Da oggi, Hire è disponibile per aziende statunitensi con almeno 1.000 dipendenti, o in alcuni casi anche meno, e che utilizzano G Suite. Vale la pena notare che l’applicazione Hire non è inclusa come parte di G Suite e che viene offerta come servizio add-on a pagamento, con prezzi che variano a seconda della dimensione aziendale.


Arriva Google Hire, l’app per il lavoro che sfida LinkedIn - Ultima modifica: 2017-07-20T08:03:22+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

Recent Posts

I migliori Podcaster Italiani: classifica 2025

I Podcast hanno conquistato l'Italia, qui la lista dei migliori Podcaster Italiani in base al…

20 ore ago

Mobilità urbana: SWITCH e Wayla chiudono round da oltre 1,8 milioni di euro

Le due startup italiane SWITCH e Wayla raccolgono fondi per rivoluzionare il trasporto urbano con…

22 ore ago

Responsabilità nell’AI: perché il futuro dell’innovazione dipende dalla leadership

Il report di NTT DATA esplora il divario tra innovazione AI e responsabilità, evidenziando l'importanza…

2 giorni ago

Majorana 1, il nuovo chip quantistico di Microsoft, che omaggia il matematico italiano

Microsoft ha presentato il Majorana 1, un chip quantistico topologico che punta a risolvere problemi…

5 giorni ago

Intelligenza Artificiale ed emozioni umane: un dialogo complesso

L’intelligenza artificiale può simulare, comprendere e suscitare emozioni, creando un dialogo emotivo che richiede consapevolezza.…

6 giorni ago

L’AI di Meta legge nel pensiero: converte l’attività cerebrale in testo

Meta AI ha sviluppato una tecnologia per decodificare l'attività cerebrale in testo tramite reti neurali…

1 settimana ago

Digitalic © MMedia Srl

Via Italia 50, 20900 Monza (MB) - C.F. e Partita IVA: 03339380135

Reg. Trib. Milano n. 409 del 21/7/2011 - ROC n. 21424 del 3/8/2011