Uno dei primi campi ad essere rivoluzionato dall’intelligenza artificiale sarà l’oftalmologia. La sezione della medicina che si occupa degli occhi è infatti al centro degli studi di DeepMind, il laboratorio dedicato alle ricerche con AI di Alphabet, la società che possiede Google. Di recente DeepMind ha rilasciato il suo primo prodotto e le reazioni dei dottori sono state molto positive.
La rivoluzione della scoperta viene descritta così da uno dei ricercatori, Pearse Keane, che ha lavorato al progetto. “L’algoritmo che abbiamo sviluppato è in grado di valutare le scansioni oculari molto più velocemente di alcuni dei maggiori esperti e con la massima precisione. È destinato a diventare il primo rivoluzionario sistema di intelligenza artificiale per la salute – ha detto Keane, che oltre a lavorare per DeepMind pratica anche al Moorfields Eye Hospital di Londra – il nuovo sistema può aggirare la grave carenza di esperti in grado di interpretare le milioni di scansioni eseguite ogni anno”. Il programma è addestrato per individuare gli indicatori delle malattie degli occhi e rilevare in pochi minuti i casi più gravi. La tecnologia consente agli esperti di dare la priorità ai pazienti con le malattie peggiori, prima che insorgano danni irreversibili.
L’algoritmo, che sarà presto messo sul mercato da Alphabet per essere a disposizioni di dottori, ospedali e istituti privati, ha un’elevata percentuale di successo che sfiora la perfezione. I primi risultati del sistema mostrano un tasso di riferimento corretto del 94% per oltre cinquanta disturbi dell’occhio, ponendo l’invenzione allo stesso livello di medici con più di vent’anni di esperienza nel campo. Il programma si è formato analizzando quindicimila scansioni della retina ed è in grado di elaborare l’immagine di un occhio in meno di trenta secondi. I risultati vengono divisi in quattro categorie:
La tecnologia potrebbe aiutare a velocizzare drasticamente il ritmo di valutazione dei pazienti che vengono inviati dai dottori di medicina generale a quelli specializzati.
DeepMind ha già indicato una serie di patologie oculari in grado di essere subito riconosciute, alcune delle quali sono glaucoma, degenerazione maculare e retinopatia diabetica. Keane non è preoccupato che l’intelligenza artificiale possa mai sostituirlo sul lavoro.
“C’è qualcosa di fondamentale nell’interazione umana fra dottori e pazienti. Uno smartphone o un’app non ti diranno mai che hai una malattia terminale o che diventerai cieco. Ciò che l’AI può fare è dare al settore sanitario il dono del tempo, ovvero ci rende più liberi per altri lavori” ha detto lo specialista.
I ricercatori di Google con sede in California stanno già provando a implementare questo progetto: sono in procinto infatti di portare in un ospedale in India il processo automatizzato di diagnosi dei disturbi retinici. Intanto però dovranno prima ottenere un lasciapassare dalle istituzioni governative che si occupano di avallare le nuove invenzioni mediche.
Secondo il Financial Times, il mercato dei servizi di assistenza sanitaria fatti con intelligenza artificiale è in rapida espansione: gli analisti prevedono che raggiungerà un valore di oltre 6 miliardi di dollari entro il 2021. I tentacoli dei big della Silicon Valley come Google ovviamente non vogliono farsi sfuggire questa possibilità di guadagno, ma è inutile negare che quando si tratta di prodotti innovativi ed utili per l’umanità non si può che sperare che altre aziende tech entrino nel settore medico.
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